Novak Djokovic contro tutti. Il suo Adria Tour, primo torneo del grande tennis a porte aperte (e per beneficenza) dopo la pandemia si è rivelato un disastro. Non è stata adottata alcuna precauzione sanitaria, così l'evento sportivo sui campi di Serbia si è tramutato in un focolaio del covid-19, che ha colpito fra gli altri lo stesso Djokovic (e la moglie) e il suo allenatore, altri due big della racchetta come il bulgaro Grigor Dimitrov (con il suo allenatore), il croato Borna Coric, e altri addetti.
Tanti colleghi hanno messo nel mirino il numero uno del tennis mondiale, che nei mesi scorsi non ha mai nascosto il suo scetticismo sulle misure antipandemia. Ora, come riferisce l'edizione online del Guardian, oltre alle critiche arriva anche la richiesta di sue dimissioni dalla presidenza del consiglio dei giocatori dell'associazione mondiale dei tennisti, l'ATP, che già lo aveva bacchettato per bocca del suo numero 1, l'italiano Andrea Gaudenzi.
E a nulla vale il tentativo dei genitori di Djokovic di scaricare la colpa del contagio non sulle mancate precauzioni, bensì sul bulgaro Dimitrov ("era già contagiato"). Accusa respinta duramente dal manager dell'interessato: "Grigor stava bene ed è stato tre mesi in isolamento prima di recarsi a Belgrado". L'argentino Guido Pella, n. 35 della classifica mondiale, accusa Djokovic di aver "giocato con la salute di molte persone".
"Ha attraversato una linea dalla quale sarà difficile tornare, mancando di rispetto al mondo del tennis e dell'intero pianeta". Paul Annacone, che ha allenato Roger Federer e Andy Murray, ha detto che la passione del serbo per la beneficenza "ha offuscato tutte le informazioni, tutta la scienza. È stata una buona causa, ma il risultato finale è stato piuttosto disastroso". Annacone ha aggiunto che "ci sono 10 persone nel consiglio dei giocatori dell'Atp; dovrebbero capire come si sentono al riguardo. Hai 500 giocatori in tutto il mondo sul filo del rasoio, sperando che possano giocare in otto settimane agli US Open. Ogni azione ha una conseguenza".
Parole dure anche dall'australiano Nick Kyrgios: "Questo è quello che succede se non si rispettano i protocolli di sicurezza". Nei giorni scorsi anche il presidente dell'Atp Andrea Gaudenzi aveva manifestato disappunto per l'iniziativa del campione serbo: si è comportato "come i bambini" per la sua pretesa di organizzare l'Adria Tour.
Intanto, Djokovic ha chiesto scusa, augurandosi che tutti possano guarire presto, e così pure il numero tre del mondo l'austriaco Dominic Thiem, anche lui presente all'Adria Tour, non contagiato: si è detto "profondamente pentito". Ma ormai il danno è fatto.