L'affare di mercato che porterà Arthur Melo a Torino e Miralem Pjanic a Barcellona sembra ormai in dirittura d'arrivo. Juve e Barça hanno trovato l'accordo sulla valutazione dei rispettivi cartellini, entrambe le società realizzeranno una ricca plusvalenza e si porteranno a casa un giocatore funzionale al rispettivo assetto di gioco. Tutti contenti insomma, o quasi, visto che dalla Catalogna arrivano voci di dissenso riguardo a questa operazione: "È una mossa economica, non di calcio", ha tuonato Jordi Farré, l'imprenditore candidato a succedere a Bartomeu alla presidenza dei Blaugrana.
Secondo Farré, insomma, a guidare le manovre del club catalano sarebbero più le esigenze di bilancio che quelle sportive. È evidente che sia l'una che l'altra società trarranno grossi benefici economici dall'operazione: Arthur arrivò al Barcellona nel 2018 per 30 milioni più bonus dal Gremio, mentre Pjanic sbarcò a Torino nel 2016 per 32 (il valore della clausola pagata alla Roma). Ora saranno valutati rispettivamente 70 più bonus e 60 milioni, un'impennata notevole del loro valore di mercato. Va detto comunque che, a un anno dalle elezioni presidenziali, le frecciate di questo genere tra i candidati alla presidenza sono all'ordine del giorno. D'altronde, vista la particolare situazione che attraversano le società sportive a causa della pandemia, operazioni simili caratterizzeranno per forza di cose tutta la sessione estiva di calciomercato. Far quadrare i conti, in questo momento, è tutt'altro che secondario.