“Ementre Siena dorme, tutto tace, e la luna illumina la Torre
Senti nel buio, sola nella pace, sommessa Fonte Gaia
Che canta una canzon, d’amore e di passion…”
“Nella Piazza del Campo / ci nasce la verbena
viva la nostra Siena / viva la nostra Siena
Nella Piazza del Campo / Ci nasce la verbena
Viva la nostra Siena / la più bella delle città!”
Hanno già salutato, o stanno per salutare, coloro che per screzio del destino non videro la terra in Piazza l’ultima volta. Erano, e qualcuno per tempra robusta lo è ancora, i figli della guerra, taluni troppi piccoli, nelle loro culle di vimini e legno, per capire cosa accadesse in quel tempo impazzito, mentre altri, un po’ più grandi, si sono sempre portati dietro la cicatrice del dramma annodata al rammarico della privazione di un cavallo da sognare. Il 10 giugno del 1940 l’Italia si era dichiarata belligerante.
Eppure, alle ore 19 della sera precedente erano state estratte le Contrade che con Selva, Drago, Oca, Chiocciola, Tartuca, Bruco e Leocorno avrebbero disputato il Palio del 2 luglio. Uscirono dalle trifore del Palazzo Comunale le bandiere di Pantera, Lupa e Giraffa. Tuttavia nel giro di un dispaccio la storia del mondo cambiò, e in parallelo quella paliesca