Che fine farà il calcio minore?

Per Sibilia più di un terzo delle squadre sarà cancellato dalla pandemia

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Tra le colline del Chianti e il monte Querciabella sorge Tavarnuzze. Il nome del paesino deriva dalla sua origine: un ristoro per i viaggiatori, fino all’alto Medioevo, perché i primi locali costruiti erano taverne sulla sponda destra del torrente. L’ovvietà si fa presto a scriverla: nomen, omen. Perché il ragionamento scorre veloce, le parole si trovano prima a dover raccontare la storia di questi ragazzotti che, un giorno di 15 anni fa, si sono ritrovati a leggere su un giornale dilettantistico la storia dell’ultima squadra dell’ultima categoria del calcio italiano, reduce dall’8-2 contro la penultima in classifica. E l’hanno trasformata da così a così.

“Certo, se confronti il Centro Storico Lebowski di oggi con quello che 15 anni fa fu fondato da un manipolo di post adolescenti, fa impressione, e non solo per una questione di categoria. Prima in Curva (noi la chiamiamo Curva, anche se nel calcio dilettantistico di curve non ce ne sono molte) eravamo in 15, oggi a Tavarnuzze in casa siamo mezzo migliaio. Prima il centro di tutto era la domenica, e solo quella, adesso C.S. Lebowski vuol dire una Scuola Calcio in San Frediano, 2 squadre dilettanti, 2 amatoriali, la juniores, decine di eventi l’anno tra sagre e concerti”, racconta a Quattro Tre Tre Tommaso, tra i responsabili del progetto.

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