Ogni estate serve una hit per suggellare il senso stesso della bella stagione. Nel 1994 tiene banco un pezzo bellissimo, poco “Summer style”. Si intitola Seven seconds e tratta un tema pesante: il razzismo, anticamera dell’incomprensione e della guerra. Lo canta un cantante senegalese Youssou ‘N Dour accompagnato da Neneh Cherry. Base trip hop suggestiva e molto drammatica, strofe e ritornelli in tre lingue, un successo mondiale. Anche in Italia non si può andare in un bar senza che un juke-box o una radio accesa non lo stia suonando. Ma il pomeriggio di martedì 5 luglio non c’è musica nell’aria e c’è un motivo. A Boston, Italia e Nigeria si stanno giocando gli ottavi di finale dei Campionati Mondiali. Al Foxboro Stadium è l’una di pomeriggio, sul meridiano di Roma sono le 7 di sera. Seven seconds può attendere.
La Nazionale di Arrigo Sacchi ha superato il girone E, sia pure con grande fatica, mentre la Nigeria è prima classificata nel Gruppo D malgrado la presenza di Bulgaria e Argentina, molto meglio accreditate alla vigilia dei Mondiali made in USA. Roberto Baggio è il giocatore azzurro più rappresentativo, ma fino a quel momento non ha granché brillato. All’esordio contro l’Irlanda “il numero 10 per eccellenza” sperimenta la scarsa empatia in avanti con Beppe Signori. Mancano centimetri per trovare soluzioni sotto porta ma è evidente che i due s’intendono poco. E perdiamo per 1-0.