“Se continuiamo così, andiamo a fare il solletico al Barcellona”, l’allarme lanciato da Rino Gattuso potrebbe cadere nel vuoto se la gara di Champions League non fosse imminente. Invece il match del Camp Non (o chissà dove) ci sarà tra 16 giorni, probabilmente pochi per modificare ciò che nel Napoli non funziona. In primis, la fase offensiva. Si segna poco per quanto si produce e si subisce troppo per poter puntare a qualcosa di meglio. La squadra di Gattuso è settima nella classifica di serie A e pure in quella dei gol segnati, pari ad 1,6 reti realizzate per ogni singola partita: con una fase realizzativa tanto moscia, ha ragione Ringhio, il Napoli oggi potrebbe fare solo “il solletico” al Barcellona.
Lì dove, invece, bisognerebbe pensare di andare a bersaglio almeno un paio di volte, se si vuole sperare di andare avanti nella più importante competizione continentale. Segnare ed evitare che lo faccia il Barcellona, che ha perso la Liga, ma è pur sempre la squadra che nel campionato spagnolo ha messo a segno più reti, cioè 86, 16 in più del Real Madrid fresco campione di Spagna. Qual è l’auspicio di Gattuso? La crescita del livello di competitività nelle ultime tre gare di questo campionato stiracchiato ed anomalo, sabato contro il Sassuolo che punta al settimo posto attualmente del Napoli, e poi l’Inter e la Lazio, cioè quelle che hanno conteso finora lo scudetto alla Juventus. Solo in questo modo, attraverso l’autoconvincimento del gruppo, potrà tornare il Napoli che aveva battuto la Juventus in campionato e nella finale di Coppa Italia, la Lazio e l’Inter (una vittoria ed un pareggio nella dopia semifinale contro i nerazzurri), oltre a mettere in difficoltà lo stesso Barcellona nella gara d’andata degli ottavi di finale di Champions League. Poi, per migliorare l’organico bisognerà solo attendere l’apertura del prossimo mercato.