Poco più di un anno fa avevamo compiuto un volo di ricognizione in elicottero sopra il percorso della VUT (Valmalenco Ultradistance Trail), ad un paio di settimane dalla sua terza edizione. Sorvolando la Val di Togno, dopo aver “doppiato” il Pizzo Scalino, il vulcanico Fabio Cometti ci aveva confidato la sua “pazza idea” di lanciare la 100 Miglia del Bernina. I piani per il futuro sono infatti molto ambiziosi e richiederanno impegno e spirito di sacrificio agli ultrarunners.
Approfittando delle limitazioni imposte all’attività sportiva dalla pandemia, che hanno provocato l’annullamento della quasi totalità delle gare della scorsa primavera e di quelle estate in corso, il Comitato Organizzatore della VUT (anch’essa a malincuore ma inevitabilmente cancellata) ha invitato il fortissimo ultratrailer bergamasco Oliviero Bosatelli a provare una “long distance” da centosessanta chilometri in chiave VUT 2021 ed a farlo proprio nei giorni in cui la VUT stessa avrebbe dovuto andare in scena. Non si è trattato però di un’operazione nostalgia ma di una scelta beneaugurante e dei primi passi di un progetto proiettato nel futuro.
La già attesissima “100 Miglia del Bernina” arriverà a sfiorare i diecimila metri di dislivello positivo, ampliando ai "seguaci" delle ultradistanze l’offerta di un evento ancora giovane (è nato nel 2017) ma già molto quotato. Partito dalla centralissima Piazza Garibaldi a Sondrio (cuore pulsante del capoluogo valtellinese e della classicissima Valtellina Wine Trail di inizio novembre), Bosatelli ha intrapreso un lungo viaggio al cospetto delle vette che delimitano la Valmalenco: Piz Bernina, Monte Disgrazia e Pizzo Scalino, quest’ultimo montagna-simbolo di questa valle che si apre immediatamente a nord di Sondrio e culmina ai 4049 metri della vetta del Bernina, il “quattromila” più orientale della catena alpina.
Accompagnato da alcuni forti atleti “local”, incrociato da Roberto Ganassa (appostato ad attenderlo nei passaggi più scenografici ed autore delle immagini che illustrano questo servizio) Bosatelli ha suddiviso in tre giornate un itinerario che ovviamente in gara sarà affrontato non-stop. Subito la selvaggia Val di Togno (Painale nella sua parte più alta), oltretutto risalita in una giornata di maltempo. Poi, entrato nella Valmalenco propriamente detta attraverso il Passo degli Ometti, rotta verso la laterale (e verdissima) Val Torreggio. Valicato il Passo Ventina e ridiscesa l’alta Valmalenco, Bosatelli (due volte vincitore - 2016 e 2019 - del mitico Tor Des Geants in Valle d’Aosta) ha assaggiato il carattere selvaggio della mitica Valle di Scerscen, ai piedi delle pareti più imponenti del massiccio del Bernina, prima di affrontare l’ultimo (interminabile) tratto della 100 Miglia, correndo lungo la Val Poschiavina e (superato il Passo di Campagneda) proseguendo lungo il limite superiore della vegetazione a mezzacosta sopra la Val Lanterna, per un lunghissimo “traverso” chiuso dalla ripida calata tra boschi e prati fino al traguardo finale di Caspoggio.
Al termine della sua tre giorni in Valmalenco, durante la quale è sempre stato possibile seguirne la progressione grazie al sistema di rilevamento satellitare SeTeTrack, il popolare “Bosa” da Gandino (BG), atleta di punta del Team Scott Italia, si è definito entusiasta:
“Ringrazio gli amici della VUT per avermi dato la possibilità di vivere questa tre giorni in una natura incontaminata. Su questi percorsi si vede la vera montagna, con scenari stupendi: ghiacciai, cascate, piccoli borghi. La fatica che si fa in salita è ampiamente ripagata dallo spettacolo che si può godere guardandosi intorno. La 100 Miglia del Bernina sarà una gara tecnicamente impegnativa, ma con un adeguato allenamento e distribuendo bene lo sforzo si può pensare di portarla a termine. Salvo imprevisti, metterò in calendario la 100 Miglia per il prossimo anno. Merita di essere vissuta sia da parte di chi la affronta in modo competitivo, sia come una grande avventura ad alta quota”.
Dalle impressioni di viaggio di Bosatelli è poi emersa la necessità – da parte degli organizzatori - di sopprimere l’ingresso in Valmalenco attraverso il Passo degli Ometti. Passaggio altamente suggestivo che però, in discesa verso il Rifugio Cristina, presenta rischi eccessivi in caso di scarsa conoscenza dei luoghi e nell’eventualità di pesante maltempo, come direttamente sperimentato dallo stesso Bosatelli. Non verrà quindi risalita integralmente la Val di Togno, optando per un itinerario lungo il crinale che la delimita ad est (in direzione del Rifugio Gugiatti-Sertorelli e della Corna Mara), per poi raggiungerne il fondovalle ed entrare in Valmalenco all’altezza di Spriana. Ancora da decidere a questo punto l’itinerario del ricongiungimento al percorso originale in Val Torreggio. Due le opzioni: attraverso il ponte sospeso delle Cassandre tra Ponchiera e Mossini (se sarà percorribile in tempo utile) e poi per le località Colina e Arcoglio, oppure più direttamente da Spriana a Torre Santa Maria, toccando il fondovalle.
Il quadro generale lo affidiamo all’organizzatore Fabio Cometti:
“La Valmalenco Ultradistance Trail è nata con il preciso intento di promuovere il nostro territorio, i suoi rifugi e l’Alta Via della Valmalenco (uno degli itinerari escursionistici classici dell’arco alpino, ndr). Già a partire dall’anno prossimo, alla nostra prova principe da 90 chilometri (e 6000 metri di dislivello positivo) ne affiancheremo due che definire di contorno sarebbe limitativo: una vera e propria 100 miglia, appunto, ed una più abbordabile 35K. Senza dimenticare la confermatissima prova a staffetta da tre elementi per squadra che scatterà da Chiesa Valmalenco (non più da Lanzada, nuova startline della 35K) insieme alla 90K e naturalmente su questa stessa distanza. Ciò ci permetterà di completare la nostra offerta, con una proposta a tutto campo: medie, lunghe e lunghissime distanze”.