Se, ma, però, forse, magari... No, niente di tutto ciò, la classifica finale è semplicemente figlia del disinteresse juventino per queste ultime due partite. Ovvio, non ne avremo mai la controprova, ma fossero serviti sei punti, dal mio punto di vista, i bianconeri ne avrebbero conquistati sei, non zero.
E parliamo di noi.
L’Inter di ieri sera ha giocato 85 minuti di perfezione calcistica, annichilendo di fatto l’Atalanta gasperiniana con movimento, palleggio, corsa intelligente, pulizia del pallone, copertura delle linee di passaggio orobiche. Insomma, al grido di secondo o quarto non fa differenza, Antonio Conte ha studiato la partita nei minimi dettagli, lasciando spazio zero a fantasia e immaginazione. I nerazzurri sono scesi in campo sapendo cosa fare e come farlo senza il minimo timore nei confronti di un avversaria che, nel post lockdown, aveva mostrato calcio spumeggiante e capacità fisiche fuori dall’ordinario.
Meriti tanti quindi all’Inter. E non raccontiamo la barzelletta del contava poco: no, non contava poco. Basta prendere i quotidiani di qualche settimana fa per leggere le dichiarazioni di Gasperini, ad esempio, deciso a sopravanzare la sua ex squadra. E no, non è che i bergamaschi sono incappati in una serataccia che di tanto in tanto capita: hanno incontrato, semplicemente, una formazione più forte, messa meglio in campo, fisica, tecnica, difficile da contrastare. Casomai, problema non indifferente fatto apposta per turbare i sogni interisti, come si spiega se non la migliore una delle migliori prestazioni nerazzurre con l’assenza del trequartista, sia esso vero o presunto? Tanto per dire io appartengo alla schiera di quanti consegnerebbero il pallone nelle mani di Eriksen e gli direbbero vai ragazzo, insegna l’intelligenza pallonara. Ma è un dato di fatto, il vecchio e caro 352 così performante a inizio stagione ha mostrato, una volta rispolverato, la faccia più bella dell’Inter. Con Godin e Bastoni a sovrastare gli esterni avversari. Brozovic pendolo inesauribile a tutto campo, con Barella e Gagliardini suoi pretoriani. Con Ro-me-lu a difendere ogni pallone e Lautaro sulla strada del sorriso ritrovato. Tralasciando le prestazioni di de Vrij, Young e D’Ambrosio, che io non capisco quanti storcano il naso per il suo rinnovo. Danilo è come Borja e Ranocchia: se devo fare la guerra calcistica, loro me li porto sempre dietro.
Secondi, non accadeva dal 2011. Secondi con merito, sottolineiamolo. Ora sotto con l’Europa, all’Inter di ieri nessun traguardo può e deve essere precluso.