La Fifa fa quadrato intorno al suo presidente Gianni Infantino, finito sotto indagine in Svizzera per abuso di autorità, violazione del segreto d'ufficio e ostruzione di un'azione criminale. "Tutto questo non è corretto, è grottesco e ingiusto - ha attaccato il vice segretario generale Bell - Non c’è nessuna base fattuale per questa indagine. La Fifa e il suo presidente non hanno nulla da nascondere, vogliamo essere i più trasparenti possibile e cooperare con gli inquirenti in modo che emerga rapidamente la verità".
Nel mirino gli incontri tra il presidente della Fifa e l'ex procuratore generale svizzero Michael Lauber, accusato per la sua gestione del Fifagate. Lauber, allora responsabile delle indagini, e Infantino si incontrarono informalmente in diverse occasioni nel 2016 e nel 2017, sollevando domande su una possibile collusione. "Non c’è nulla di lontanamente illegale o criminale nei comportamenti di Infantino ma sfortunatamente questo procedimento ora esiste e sta già causando danni alla Fifa e al presidente - ha proseguito Bell nella conferenza stampa in streaming con i giornalisti - In quale Paese è illegale che il presidente della Fifa, così come il ceo di un’azienda, incontri il procuratore generale? Vorremo sapere davvero cosa c’è di male perché non lo sappiamo”.
Il vice segretario della Fifa ha ribadito inoltre che Infantino rimarrà presidente durante l’indagine penale perché “non c’è nulla che gli impedisca di svolgere le sue funzioni”, anche se dovrà essere il comitato etico della Fifa, che è un organo indipendente, a pronunciarsi su un’eventuale sospensione.