Vincere è l'unico modo per cancellare tensioni e polemiche e l'Inter sembra aver imparato la lezione. In un periodo in cui si parla solo delle "sparate" di Conte e degli interrogativi sul suo futuro, i nerazzurri hanno trasferito in Europa quanto di buono avevano fatto nel finale di campionato.
Anche contro il Getafe, squadra modesta in un torneo modesto, ma un po' più fresca di Barella e compagni, l'Inter si è dimostrata "estrema". Nel senso che ha costruito il suo successo sul solito infallibile Romelu Lukaku e su una difesa diventata improvvisamente impenetrabile. Con quella contro gli spagnoli, il gigante belga è arrivato a quota trenta reti in stagione: l'ultimo a riuscirci prima di lui vestendo la maglia della Beneamata era stato un certo Samuel Eto'o. Gol pesanti e sempre decisivi, a conferma di come proprio Conte ci avesse visto lungo.
Ma sono Handanovic e i suoi compagni di reparto le fondamenta su cui si basa questa Inter. Sarà stato anche fortunato, ma da ben cinque gare il portiere sloveno è imbattuto. Nonostante i rigori contro: in Europa League su quattro penalty affrontati, tre sono stati parati e uno è stato calciato fuori. E, si sa, se non si prende gol, è difficile perdere...
Le buone notizie che arrivano dalla Germania riguardano poi Christian Eriksen. Il danese avrebbe potuto finire schiacciato dalla sindrome dei "10 minuti" e invece ha mostrato un carattere insospettabile oltre a qualità superiori alla media. Segno che l'ex Tottenham è rimasto dentro al progetto anche mentalmente, in attesa di prendere per mano la squadra fin dal fischio d'inizio.
Certo, il Getafe non ha rappresentato un ostacolo troppo complicato da superare, ma l'impressione è che questa Inter possa davvero andare sino in fondo. Forse senza entusiasmare, ma mettendo in campo tutto il carattere del suo allenatore. Poi ci sarà tempo per regolare i conti, magari davanti a un trofeo, evento che manca ormai da quasi dieci anni (Coppa Italia 2011).