Una vigilia mai vissuta. Una vigilia fatta di stupore, palpitazioni e tanto tanto orgoglio. L'Atalanta, unica superstite italiana in Champions, contro la corazzata Psg, il punto più alto mai raggiunto sotto la gestione Percassi: ma questi quarti di finale della massima competizione europea non sono per il presidente bergamasco "un punto d'arrivo" ma un trampolino da cui la speranza e l'illusione si tuffano nella certezza di un progetto comunque vincente. E da tifoso, ancor prima che da patron, il pensiero del numero uno atalantino è chiarissimo: "Sono dispiaciuto per Juventus e Napoli, anzitutto" ha raccontato alla Gazzetta dello Sport. "E poi un po' stranito perché è incredibile quello che stiamo vivendo, e orgoglioso. Dunque responsabilizzato: dovremo cercare di fare una bella figura, contro uno squadrone".
Le assenze delle ultime ore (Gollini, ndr) non spaventano, quelle annuciate da tempo (Ilicic) creno dispiacere più sul piano umano che non su quello sportivo: "Lo chiamerò prima e dopo la partita: come se dovesse giocarla anche lui. E spero di rivederlo in campo per l'inizio del prossimo campionato. Anzi, ci credo". Così come è d'obbligo credere nell'altro artefice di questo mezzo miracolo sportivo, Gian Piero Gasperini. "Io vedo solo un futuro, e non ho dubbi: Gasperini allenatore dell'Atalanta".