Mai avremmo immaginato che il calcio sarebbe diventato la tomba della fantasia. Chi avesse avanzato, soltanto venti o trent’anni fa, l’ipotesi di una simile catastrofe antropologica sarebbe stato ritenuto folle. Ma lo sviluppo di quello che una volta si chiamava movimento calcistico ha portato proprio alla desertificazione dell’inventiva. Il mercatismo ha avvolto come una gigantesca piovra il mondo del football. E nei suoi tentacoli sono finiti i sogni dei ragazzini che vorrebbero diventare Messi o Ronaldo, come quelli di una volta Maradona o Platini e prima ancora Rivera o Mazzola, Garrincha o Pelé, Piola o Meazza.
O come quelli della giovanissima anglo-indiana, Parminder Nagra, protagonista di Sognando Beckham (Bend It Like Beckham), un film-culto del 2002 diretto da Gurinder Chadha, interpretato, tra gli altri, da Keira Knightley e Jonathan Rhys Meyers: fu il primo film occidentale trasmesso dalla televisione nordcoreana. Tutto è profitto, gli spazi dell’irreale si sono ristretti.
Al bazar dello sport non c’è una sola bancarella sulla quale storie esemplari, gli esercizi di ammirazione, l’entusiasmo gratuito, le passioni innocenti vengano esposte come accadeva una volta.