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Il sogno Champions dell'Emiro

Al Thani sta per centrare il traguardo inseguito a suon di campioni e milioni di euro

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Tamin al Thani, l’emiro del Qatar, è l’uomo più ricco del mondo e vive nel paese più ricco del mondo. Quarantenne, una moglie quattro figli, studi in Inghilterra, una carriera dell’esercito. Regna come sovrano assoluto dal 2013. Nella vita ha già avuto molte gioie rendendo il suo paese un autorevole interlocutore nella comunità internazionale. Del resto, come di dice a Doha, il Qatar ha bisogno di tutti ma tutti hanno bisogno del Qatar. Ma una gioia che non dimenticherà facilmente è il raggiungimento della finale di Champions League da parte del “suo” PSG.

Per raggiungere l’obbiettivo la Qatar Sport Investiment, in quasi dieci anni, ha investito oltre un miliardo di euro. Ma ci sono volute ben 110 partite di Champions per arrivare a una finale. Record negativo. Nessun’altra squadra ha dovuto faticare così tanto nella storia della competizione. Sotto la Torre Eiffel sono passati i più grandi campioni e allenatori top. Ingaggiati a suon di petrodollari. Invano. Con la maglia bianco-rosso-blu hanno giocato Ibrahimovic, Lavezzi, Pastore, Lucas. Beckham , Cavani, Di Maria, Icardi, Mbappè fino ad arrivare a Neymar. Tutti pagati con cifre fuori mercato. Ad esempio l’operazione Neymar è costata complessivamente 500 milioni di euro!!! Fino ad ora il palmares parigino parla di 9 titoli nazionali vinti quasi tutti “nell’era araba” e 31 coppe in Francia e una Coppa delle Coppe nel lontano 1996. Ma il sogno qatarino è e resta la Champions.

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Per dare prestigio ad un sogno calcistico che culminerà nel 2022 con i Mondiali di calcio in Qatar. Del resto l’emiro Al Thani è un buon intenditore di pallone. La leggenda vuole che quando era adolescente avesse problemi di insonnia. Il medico chiamato dai genitori non ci ha messo molto a capirne la ragione. Sulle pareti della sua stanza c’erano decine di televisori sintonizzati su partite di calcio. Giorno e notte. E pare che in principio la sua squadra del cuore fosse la Lazio per via dell’aquila (il simbolo del Qatar è il falco). Questa cultura calcistica non è stata vana. E certamente non si è sbagliato nell’affare Neymar acquistato sia per il valore tecnico del giocatore ma anche per vendicare la clamorosa eliminazione da parte del Barcellona nel 2017 (ottavi di finale). Andata a Parigi 4-0 per i parigini, ritorno al Nou Camp 6-1 per i catalani.

Un’umiliazione dalla quale il Psg si sta riavendo solo oggi approdando per la prima volta nella storia ad una finale di Champions. Dopo anni di eliminazioni dolorose anche per via di sorteggi poco fortunati quest’anno la sorte è decisamente girata. Dopo un girone non irresistibile e vinto facilmente (Real Madrid, Galatasaray e Bruges) negli scontri diretti non ha dovuto affrontare nessuna big. Eliminate nell’ordine: Borussia Dortmund, Atalanta e Lipsia. Bravo l’emiro e il suo amico del cuore, nonché presidente del PSG, Nasser al Khelaifi a trattenere la scorsa estate un capriccioso Neymar che voleva tornare a Barcellona. Operazione negata anche perché O’Ney è ambasciatore per il Qatar dei Mondiali 2022. E oggi la stella del brasiliano brilla e sembra destinata oscurare gli altri due giganti del calcio europeo Ronaldo (35 anni) e Messi (33 anni) e prendersi, a 28 anni, lo scettro di giocatore più forte del mondo. Manca solo una partita per decretarne la consacrazione e far dimenticare all’Emiro le sue notti insonni.

Lipsia-Psg, la semifinale in foto

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