La sudafricana Caster Semenya ha perso una battaglia importante nella sua lunga guerra: la giustizia svizzera ha confermato infatti martedì che l'atleta iperandrogena dovrà sottoporsi a cure ormonali specifiche per competere nella sua distanza preferita, gli 800 metri. L'atleta 29enne, la cui disputa con la Federazione Internazionale di Atletica Leggera dura da più di dieci anni, ha subito annunciato che sta valutando "tutti i possibili ricorsi internazionali e nazionali".
"Sono molto delusa da questo stop, ma mi rifiuto di farmi drogare da World Athletics o di permettere che mi sia impedito di essere quello che sono", ha reagito in un comunicato, promettendo di lottare "per i diritti umani delle donne atlete, dentro e fuori la pista, finché non possiamo correre liberi come siamo nati". Dalla sua rivelazione nel 2009, la giovane donna dalla corporatura muscolosa ha vinto due titoli olimpici e tre titoli mondiali. Inoltre è diventata l'alfiere degli atleti "iperandrogeni", al centro di una controversia contro l'equità sportiva e il diritto di essere diversi.