La Roma torna ad avere a che fare con un problema al legamento crociato di uno dei suoi giocatori, situazione tristemente nota dalle parti di Trigoria visto che negli ultimi sei anni e mezzo è capitata ben 19 volte in casa giallorossa. La "maledizione" parte da Kevin Strootman, era il 9 marzo 2014, per arrivare all'infortunio-bis di Nicolò Zaniolo: entrambi tra l'altro hanno avuto ricadute dopo il rientro in campo dalla prima operazione, in un misto di sfortuna e dubbi su rientri magari troppo affrettati.
Se per Strootman tra un infortunio e l'altro era passato quasi un anno, andò peggio ad Alessandro Florenzi che a febbraio 2017 ebbe una ricaduta dopo neppure quattro mesi tanto che non fece in tempo a disputare neppure una partita ufficiale dopo il primo intervento, datato ottobre 2016. Poi arriviamo appunto a Zaniolo, da un crociato all'altro sono passati circa otto mesi ma il destino è lo stesso: nuova operazione che, però, questa volta verrà effettuata in Austria e non più a Villa Stuart.
Nella lunga lista dei crociati, svettano questi tre big tra chi ha avuto ricadute, tanto da far sorgere il dubbio che sia capitato proprio a chi ha accelerato il rientro in squadra, poiché pedina fondamentale. Non una situazione unica nel calcio moderno, comunque, visto che in tempi recenti è capitato pure a Milik, Pavoletti e Perin.
In mezzo anche il caso del giovane Bouah che nel giro di un annetto è costretto a fermarsi due volte per lo stesso problema. In tutto questo tempo (sono passati dal crociato tra gli altri anche Rudiger, Mario Rui, Emerson Palmieri e Zappacosta) a Roma hanno cercato anche una benedizione dal cielo, un anno fa Monsignor Fisichella in persona aveva benedetto i campi di Trigoria - già rifatti, perché primi imputati in questo 'processo alla sfortuna' - con acqua santa. Ma non è bastato.