La conclusione degli Internazionali di Roma pone Angelo Binaghi davanti ad una riflessione sull'edizione 2020: "L’interesse di altre regioni verso il nostro sport è tale che qui a volte mi sembra di essere in un altro Paese. Se fossi sicuro che il torneo non perderebbe appeal, l'avrei già spostato dalla Capitale". Il numero uno della FIT continua: "Con l'upgrade chiesto dall'ATP dal 2022 o dal 2023 (allungamento del format a due settimane per esempio, ndr) aumenterebbero i costi e la situazione ambientale qui non ci aiuta, non ci incontra e qualche volta anche mal ci sopporta".
"Per la prima volta i nostri juniores andranno al Roland Garros anticipando le spese: una cosa che non posso sopportare e accade per la negligenza di chi avrebbe dovuto supportarci - continua Binaghi -. Siamo affezionati a Roma, pur non nascondendo i difetti che la "romanità" crea in termini di problematiche al nostro torneo. Dobbiamo capire se rappresentano un ostacolo all'ulteriore decollo di questa manifestazione o possono essere superati. Ma ripeto, questo è il torneo della Federazione Italiana Tennis".
"Quando chiedo di parlare con un presidente della Regione - aggiunge Binaghi - mi ci trovo nella stanza il giorno dopo. Da Nord a Sud, con queste persone si possono studiare e pensare progetti, creare sinergie tra gli asset della federazione. A Torino per le Atp Finals abbiamo trovato una collaborazione mai vista prima, il torneo è della federazione e abbiamo il dovere di valutare se c'è la possibilità di trovare ex novo un centro e con le Regioni interessate e fare la nostra Flushing Meadows" , ha spiegato il numero uno della FIT nella tradizionale conferenza stampa di fine torneo.