"La novità di queste ore è che ieri, in un incontro che abbiamo avuto col presidente Bonaccini e con tutte le rappresentanze delle altre discipline, non solo il calcio, abbiamo condiviso la necessità di un protocollo che dovrebbe essere approvato domani all'unanimità dalla Conferenza Stato-Regioni e quindi poi essere sottoposto venerdì al Cts per la riapertura graduale in sicurezza di tutte le competizioni sportive, dalle serie principali a quelle minori". Lo ha dichiarato il ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, alla Camera dei Deputati rispondendo in Question Time sulla apertura degli stadi per le manifestazioni sportive.
Spadafora ha ricordato che si terrà sempre conto "dei dati che arriveranno dall'impatto della riapertura delle scuole su tutto il sistema Paese", evidenziando che "l'obiettivo è riavere i tifosi negli stadi e in tutti gli impianti sportivi, ma lo dobbiamo fare rispettando e dando della regole uniformi a tutti". Nel tardo pomeriggio è intervenuto sull'argomento anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: "Gli stadi si possono portare a un terzo della capienza. Nel momento in cui si mantengono due metri di sicurezza, con delle regole precise, si vietano gli abbracci, con l'utilizzo della mascherina e degli igienizzanti, io penso che l'ingresso ai tifosi si possa portare a un terzo della capienza dello stadio. Nel caso dell'Olimpico, ad esempio, che può contenere circa 80 mila persone, io penso che l'ingresso potrebbe essere consentito a circa 20 o 25 mila tifosi". In serata, però, quando già si spargevano voci incontrollate su una possibile presenza di 25 mila spettatori per Roma-Juventus di domenica, ci ha pensato il ministro della Salute Speranza a spegnere gli entusiasmi: "La priorità è la scuola, non gli stadi".
Nel corso della giornata, poi, il ministro dello Sport Spadafora è tornato sulle polemiche legate alla legge sulla riforma dello sport: "Non ho ancora letto il documento approvato oggi - a maggioranza - dal Consiglio nazionale del Coni (che ha ribadito il suo "no" alla legge così come è concepita, altrimenti si è detto pronto 'a ogni tipo di azione legale' n.d.r). Ho massimo rispetto per i lavori del Consiglio e sono certo che le richieste saranno nel merito della legge delega. Sono costretto a spegnere le speranze di chi si augura che la legge si fermi o sia su un binario morto: stiamo procedendo nei tempi previsti, scioglieremo all'interno della maggioranza i pochi nodi ancora da chiarire e sono certo che in Consiglio dei ministri porteremo un testo condiviso e lungamente atteso dalla maggioranza dei lavoratori sportivi, degli atleti degli enti, delle associazioni e delle società sportive".