Due mesi interi di pausa per il campionato FIA di Formula 2 prima del rush finale nel Golfo dove - le probabilità sono altissime - Mick Schumacher dovrebbe imprimere una svolta decisiva alla sua carriera, comunque da predestinato. Tanto che - titolo cadetto in tasca o meno -, il 21enne figlio di Michael (e le probabilità sono ugualmente elevate) si prepara a fare il salto nel Mondiale: con una delle due squadre in orbita Ferrari, naturalmente.
Haas oppure Alfa Romeo? Deve ancora mettere al sicuro il titolo della Formula 2, ma questo ormai pare proprio essere un dettaglio. L'incedere di Mick Schumacher e la sua crescita nella seconda stagione nella categoria cadetta sembrano aver convinto anche gli scettici. Il successo (altamente emozionale) nella Feature Race di tre settimane fa a Monza e poi quello recentissimo a Sochi hanno lanciato li pilota del Prema Racing a 191 punti nella classifica generale, 22 più del britannico Callum Ilott (UNI-Virtuosi, lui pure prodotto della Ferrari Driver Academy), con quattro sole gare da disputare in Bahrein in concomitanza al Mondiale: l'ultimo weekend di novembre sul tracciato lungo, il primo di dicembre sul... miniovale (Outer Track).
Il piano a lungo termine che prevedeva la "costruzione" di Schumacher Jr. (avviato proprio dal padre alla carriera nel motorsport, con i kart) sta per raggiungere un primo traguardo. Haas o Alfa Romeo (le due squadre che utilizzano la power unit Ferrari) come prima destinazione. Un approdo nel team del Biscione avrebbe senso al fianco di Kimi Raikkonen (nel ruolo di "choccia") che però deve fornire a breve delucidazioni circa i suoi piani per il futuro; anzi, per il 2021. Ma il nostro Antonio Giovinazzi sembra destinato a conservare il posto e, in caso di ritiro di "Iceman", difficilmente i vertici del team potrebbero permettersi di affrontare la prossima stagione con una formazione tanto giovane e poco esperta. Haas quindi in pole position per attirare attenzione (e sponsor) mettendosi in casa il giovane tedesco. Già perchè è evidente che l'operazione -Schumacher riveste significati che vanno ben al di là dell'esordio dell'ennesima promessa e sono funzionali all'incremento della popolarità della Formula Uno stessa.
Il resto sono considerazioni - che alla fine lasciano il tempo che trovano - sul presunto "red carpet" (nel vero senso della parola) che Mick avrebbe percorso in scioltezza per arrivare ai Gran Premi in sei anni, partendo dall'esordio in monoposto con la Formula 4 per poi passare sotto le insegne del team Prema in Formula 3 (campione europeo nel 2018) e dall'anno scorso in Formula 2, appunto. Meno esplosivo del papà ma altrettanto metodico, più simile per carattere a mamma Corinna (alla quale sembra assomigliare tanto quanto la sorella Gina Maria assomiglia a Michael), il quasi campione della Formula 2 ha fin qui seguito "docilmente" un'inevitabile predestinazione. Haas o Alfa Romeo per la stagione del debutto farà poca differenza. Riflettori puntati per tre o quattro GP, sicuramente molto meno di un Mondiale intero. Poi sarà tutto più chiaro.