Solo Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, tra i piloti in attività, possono vantare almeno un successo sul tracciato del Nuerburgring che nel weekend ospita l'undicesimo dei diciassette appuntamenti del Mondiale. Diventeranno tre l'anno prossimo con il ritorno di Fernando Alonso e forse, con Hamilton ormai lanciato verso il Settebello irifato, conviene gettare lo sguardo ad un futuro tutto da reinventare, dopo l'annuncio del ritiro della Honda a fine 2021.
Il Mondiale torna a fare tappa al Nuerburgring dopo sette anni ed è tutto diverso da allora: vincendo il GP di Germanìa del 2013 appunto Sebastian Vettel aggiugeva un altro mattoncino nella costruzione del suo quarto titolo iridato, per poi andare alla caccia (fallita) del pokerissimo al volante della Ferrari a partire al 2014, anno d'inizio dell'era ibrida della F.1. Quella che dura tuttora, dominata in lungo ed in largo dalla Mercedes e che - dal 2021 - perderà la Honda. Una defezione che già occupa i pensieri del "president elect" di Formula One Group Stefano Domenicali. Si tratta di un rientro in calendario probabilmente una tantum, legata all'emergenza Covid-19. Il circuito tedesco infatti è stato uno dei primi, la scorsa primavera, ad offrire la propria disponibilità a rimpiazzare i diversi GP destinati a saltare causa pandemia, appunto: in particolare quelli americani tradizionalmente in calendario nei mesi autunnali (USA, Messico, Brasile).
Due anni primi di Vettel, a vincere il GP di Germania (al volante della McLaren) era stato Lewis Hamilton che arriva al Nuerburgring con un margine di 44 punti di vantaggio nei confronti del compagno di squadra Valtteri Bottas, ringalluzzito dal recente successo nel GP di Russia e addirittura 77 su Max Verstappen. Facile attendersi un Re Nero deciso a rimettere le mani (anzi, i piedi) sul gradino più alto del podio in occasione del Gp in arrivo che assume la titolazione di GP dell'Eifel, la regione nella quale sorge lo storico tracciato tedesco.
Si tratta della quarta denominazione per la corsa che, oltre che come GP di Germania (spesso in alternanza con Hockenheim) è andata in scena anche sotto le insegne di GP del Lussemburgo (vittorie di Jacques Villeneuve con la Williams nel 1997 e di Mika Hakkinen con la McLaren l'anno seguente) e poi anche come GP d'Europa. Con due successi all'attivo per il cavallino di ritorno Fernando Alonso, mai però con il Cavallino maiuscolo, quello Rampante. Tanto per dire (ancora una volta) dell'assoluta incomunicabilità tra la Ferrari ed una qualsiasi connotazione positiva di questa sventurata stagione.
Lo spagnolo ha infatti conquistato la vittoria al Nurburgring nel 2005 con la Renault nel 2005 e con la McLaren due anni più tardi. ed è di poc consolazione il pur eccezionale score ferrarista nel GP d'Europa stesso: cinque successi (quattro di Michael Schumacher e uno di Rubens Barrichello, la proporzione è quella... storicamente corretta) tra il 2000 ed il 2006. Meglio piuttosto guardare avanti, oltre la routine di una stagione mediocre, puntando sul futuro, sui due giovani della Ferrari Driver Academy, che al Nuerburgring, metteranno concretamente piede nel Mondiale, prendendo parte al primo turno di prove libere del GP dell'Eifel: Mick Schumacher con l'Alfa Romeo e Callum Ilott con la Haas, entrambe spinte dalla power unit di Maranello.