Da oggi al derby mancano ancora otto giorni ma i pensieri di Conte verso la sfida contro il Milan sono più vivi che mai: questione di deformazione professionale, certo, ma i quattro giocatori positivi al Covid-19 obbligano ad avere ancora più attenzione nelle scelte di formazione. La rosa extra-large che il mercato ha lasciato in eredità all'Inter non porta a parlare di emergenza ma quando le assenze si concentrano in ruoli specifici quantomeno si può parlare di sfortuna.
La difesa sarà orfana anche Bastoni e Skriniar e, giocoforza, giocheranno D'Ambrosio (centrodestra) e Kolarov (centrosinistra) visto che Conte vede in Ranocchia l'alternativa all'intoccabile De Vrij.
Il discorso a centrocampo è diverso, anche perché la mediana è sicuramente il reparto in cui c'è più abbondanza. Se Nainggolan è di fatto una seconda scelta, la cessione (poi sfumata) al Cagliari era già stata metabolizzata, Gagliardini è molto più importante nello scacchiere di Conte in termini di equilibrio tattico. E infatti, a seconda del sostituto, potrà cambiare pure il modulo: con Brozovic, che già era in ballottaggio con l'azzurro, si confermerebbe il 3-5-2, con Eriksen (che scalpita: gol in nazionale) si passerebbe al 3-4-1-2.
La certezza è una sola: in ogni caso, cambia l'impostazione della partita poiché qualsiasi sarà il sostituto di Gagliardini, avrà caratteristiche molto diverse. E sulla base di queste, si avrà di riflesso una scelta diversa pure sugli esterni. Difficile che Conte rischi sia Perisic che Hakimi con il danese, più protetto dalla presenza di Young. Con Brozovic, e Vidal o Barella che andrebbero ad appoggiare le punte, il croato e il marocchino sarebbero più liberi.