Gli alibi non mancano di certo. CR7 a casa con il Covid, Dybala reduce da un volo intercontinentale e debilitato dai problemi intestinali, il fatto di vivere dentro una "bolla" e di ritrovarsi un altro positivo in casa (McKennie), gli impegni internazionali che hanno restituito giocatori affaticati dal punto di vista atletico, l'età media molto bassa per gli standard di una squadra di esperienza, Chiesa buttato subito in campo senza aver praticamente avuto modo di conoscere i nuovi compagni e la testa del gruppo, magari inconsciamente, proiettata all'imminente impegno di Champions.
A tutto questo possiamo anche aggiungere il fatto di essersi ritrovati costretti a un'altra partita in inferiorità numerica dopo quella di Roma. Tutto giusto, ma stiamo pur sempre parlando della Juve. Un gruppo che, nel passato più o meno recente, è sempre stato in grado di essere più forte di qualsiasi situazione negativa. La stagione attuale, invece, parla di una squadra che ha vinto sul campo solo una partita su quattro.
Si può iniziare a porsi qualche domanda, anche sulle reali ambizioni di quest'anno. Pirlo ha deciso di puntare su un altro Under 23, Portanova, dopo aver lanciato Frabotta alla prima di campionato e Chiesa si è ritrovato in campo senza aver avuto il tempo di conoscere le caratteristiche dei nuovi compagni. L'allenatore bianconero ha cambiato qualcosa anche dal punto di vista dell'impostazione tattica che, comunque, ha mantenuto intatte le caratteristiche della costruzione a 3 (difensori) più 2 (centrocampisti) e il solito 4-4-2 in fase difensiva.
Questa volta, però, i 5 davanti erano più scaglionati sul campo, in modo da non farsi sorprendere dalle ripartenze improvvise del Crotone, che però ci sono state lo stesso e hanno spaventato la difesa bianconera. Un'altra novità è il cambio di posizione, tra la fascia destra e il centro, tra Chiesa e Kulusevki. Qualche buona trama, in ogni caso, la Juve ha saputo crearla, ma non ha mai dato l'impressione di essere padrona dal campo come ci si aspetterebbe. Poi, con l'espulsione di Chiesa e il passaggio al 4-4-1 (con l'ingresso di un vivacissimo Cuadrado), le cose si sono messe meglio e c'è stato anche il secondo gol di Morata, segnato in inferiorità numerica, annullato dal Var.
Niente è comunque compromesso, siamo pur sempre alla quarta giornata, ma bisogna iniziare a pensare che non sempre tutto possa essere risolto da un fenomeno portoghese che, a 35 anni, non ha nessuna voglia di smettere di essere decisivo.