La crisi del movimento pallavolistico, seppur attenuata dal recente protocollo FIPAV che salva gran parte dell’attività di base, prosegue. In forme e modi diversi. Se in Piemonte si soffre per l’assenza di impianti tali da consentire a migliaia di ragazze e ragazzi di allenarsi, Lombardia e Campania fanno i conti con interventi regionali estremamente restrittivi.
L'ordinanza firmata da Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, blocca completamente gare e allenamenti di gran parte delle categorie, dalla Serie C all’Under 12, fino a venerdì 6 novembre. Un intervento che ha ricevuto critiche di ogni genere, sollevate da atleti, genitori, addetti ai lavori e dirigenti della pallavolo. "La palestra è uno dei luoghi più sicuri", spiega Piero Cezza, presidente della FIPAV Lombardia che non nasconde amarezza e preoccupazione. "Parlo per il volley: tutte le società sono molto scrupolose, i ragazzi sono controllati e i luoghi igienizzati. Quindi non capiamo il motivo per cui tutto questo debba essere impedito".
"Nessuno di noi nega il problema del Coronavirus – precisa Cezza –, nessuno più di noi ci tiene alla salute dei nostri allenatori e dei nostri atleti. Ma siamo altrettanto convinti che non è nelle palestre che ci si contagia, più probabile che un giocatore contagiato possa venire dall’esterno. La palestra è uno dei posti più sicuri dove i ragazzi possono passare il loro tempo. Anche perché non venendo in palestra, non è che sono obbligati dall’ordinanza della Regione a restare in casa, sono liberi di andare dove vogliono e sono anche più esposti al contagio".
Deciso l’intervento anche di Massimo Sala, presidente del comitato che comprende il largo bacino di atlete e squadre situate nelle province di Milano, Monza e Lecco: "La Regione l’ha fatta grossa. Sullo sport è arrivata una mannaia che colpisce tutto il settore giovanile, quando sappiamo bene cosa significa l’attività sportiva per i giovani. Va riconosciuto il valore educativo e sociale dello sport, ma in questo caso è stato completamente azzerato. Senza parlare dei costi che le società hanno sostenuto per sanificare e rispettare i protocolli".
Un blocco dell’attività sopraggiunto all’improvviso, senza tavoli di confronto tra Regione e diretti interessati. "Ci stupisce come la Regione, sempre attenta alla questione sportiva, ci abbia ammazzato senza nemmeno una consultazione – spiega Massimo Sala. Ad oggi né ci ascoltano, né ci considerano, né ci rispondono. Tutto tace". Dello stesso avviso anche il numero uno della FIPAV lombarda, Piero Cezza: "Non è solo per il volley, ma è per tutto lo sport. Anche le altre Federazioni si sono ribellate. Abbiamo tutti fatto appelli alla Regione e stiamo aspettando risposte. Al momento non si muove nulla. Ho chiesto all’Assessore allo Sport (Martina Cambiaghi) di adeguarsi al DPCM del Governo, o quantomeno di permettere gli allenamenti".
L'appello di Piero Cezza, che rappresenta gli altri presidenti territoriali che quotidianamente lavorano per portare avanti il volley di base, è chiaro: "Speriamo si rendano conto delle motivazioni vere per cui chiediamo questo, che non sono solo economiche. Per noi la palestra è un luogo sicuro. Speriamo con i nostri appelli di avere una modifica di questa ordinanza, non vogliamo aspettare il 7 novembre. La pallavolo lombarda è pronta per la ripresa, ma siamo gli unici assieme alla Campania che non possiamo fare attività, e rappresentiamo più del 20% dell’attività nazionale. È un grande danno".