Gerard Piqué non la manda a dire. Alla vigilia del "clasico" il difensore si sfoga in un'intervista al quotidiano "La Vanguardia" contro la gestione di Josep Bartomeu. Uno dei temi più spinosi riguarda il cosiddetto "Barca Gate", una macchina del fango che il club avrebbe messo in moto per denigrare i giocatori sui social network: "È oltraggioso che il club abbia speso dei soldi per criticarci - ha dichiarato Piqué - Sono dei modi di fare pessimi che mi trovano totalmente in disaccordo".
Nonostante le turbolenze societarie, da veterano dello spogliatoio Piqué ha comunque deciso di prolungare il suo accordo col Barcellona. Un rinnovo di contratto che il difensore ha scelto di sottoscrivere accettando un taglio dello stipendio in nome del senso di appartenenza che lo lega alla maglia: "Il Barca mi ha dato tutto e io ho scelto di mettermi a disposizione". Piqué si è espresso anche sull'esonero del tecnico Ernesto Valverde: "Non mi è sembrato coerente cacciare l'allenatore in testa alla classifica e vincitore dei due precedenti campionati".
Ma la questione più scottante rimane quella legata a Leo Messi, che in estate è sembrato sul punto di dire addio al Barcellona: "Ho chiesto a Leo di resistere. Il Camp Nou dovrebbe portare il suo nome. Messi si merita tutto. Non ho avuto molti contatti con lui in quei giorni, era una questione molto personale. Ricordo - prosegue Piqué - di avergli mandato un messaggio dicendo 'resisti solo un anno, poi arrivano nuove persone'. Parliamo di un giocatore che è qui da 16 anni, devi per forza fare un accordo con lui. Come può il miglior giocatore della storia alzarsi un giorno e mandare un burofax perchè sente che non lo stanno ascoltando? È davvero scioccante".