LE PAGELLE

Pagelle: Juve, solo Morata e centrocampo bocciato. Barcellona, Messi in chiaroscuro

I voti ai protagonisti della sfida dello Stadium: Pedri piccolo fenomeno

JUVENTUS

Szczesny 6 – Sa benissimo cosa lo aspetta già prima di scendere in campo. Prende subito uno spavento poi si riorganizza e tira fuori i muscoli quando serve.

 

Cuadrado 6,5 – La fascia è casa sua. La percorre con una presenza atletica imprevedibile nei suoi anni precedenti di carriera, alla quale unisce una qualità delle giocate che non è da tutti.

Demiral 5 – Parte con un errore clamoroso che potrebbe spianare la strada a un passivo immediato. Si fa passare la paura e si sincronizza meglio con Bonucci per cercare di arginare le ondate blaugrana. Rovina tutto con l’espulsione al 40’ del secondo tempo, fallo ingenuo con un’ammonizione sul groppone.

Bonucci 6 – Dopo un minuto un suo atto di eroismo stoppa Messi nel momento della conclusione. In una serata complicata prova almeno a far sentire la sua presenza a livello psicologico.

Danilo 6 – A sinistra non è la stessa cosa. Perché il brasiliano la buona volontà e la corsa ce le mette, ma poi quando deve provare a indirizzare un cross con il piede sbagliato tira fuori certi sgorbi che fanno raddrizzare i capelli al suo allenatore. Però la sua prestazione difensiva vale la sufficienza.

Bentancur 5 – Vorrebbe vestirsi da leader e nei primi minuti, appena la Juve si è riassestata dopo lo scossone iniziale, illude che possa essere così. Poi però arrivano i primi errori e un calo definitivo e inesorabile nella ripresa. (dal 38’ st Arthur sv)

Rabiot 5,5 – Un giocatore da strappi improvvisi, si sa da sempre. Poco geometrico come è sua abitudine, compare e scompare nell’economia della partita senza mai mostrare di avere capito alla perfezione il compito assegnatogli. (dal 38’ st Bernardeschi 5 – Appena entrato, subito l’errore pazzesco che porta al rigore su Ansu Fati).  

Kulusevski 5,5 – Dove lo metti sta, in questo caso sulla fascia destra. Ma se è vero che nelle uscite di campionato aveva sempre messo la firma su momenti importanti, nella morsa di Jordi Alba e Pedri si ritrova in difficoltà. (dal 30’ st McKennie 6 – Entra per fare legna, per limitare le folate del Barça, e lo fa con disciplina). 

Dybala 5,5 – Libero di fare un po’ quello che vuole, prende questo privilegio un po’ troppo alla lettera, nel senso che a volte non si capisce con certezza che ruolo stia facendo e a cosa siano finalizzati certi movimenti. Ha bisogno di lavorare per ritrovare la condizione migliore in un anno complicato.

Chiesa 6 – Si muove con diligenza sulla fascia sinistra, provando a minare le convinzioni di Sergi Roberto. Qualche spunto si dimostra interessante, anche se c’è l’impressione di scarso coordinamento degli schemi offensivi. Per il figlio d’arte più quantità che qualità in questo caso.

Morata 6,5 – Si trova in un momento di grande ispirazione realizzativa, ma nella prima mezz’ora non viene assistito dalla fortuna, due volte puntuale all’appuntamento con il gol, due gioielli vanificati dal fuorigioco. Nel secondo tempo pensa che l’incubo sia finalmente finito e invece ha ancora mezzo piede troppo avanti. Tripletta fantasma, un record.

All.: Pirlo 5,5 – E’ indubbiamente un ottimo progetto di allenatore, ma ha bisogno di uno studio più approfondito di quello che vuole fare e dell’idea di calcio che vuole sviluppare, soprattutto a certi livelli.

BARCELLONA

Neto 6 – Nella Juve non giocava quasi mai, nel Barcellona sta vivendo un momento di protagonismo e sembra perfettamente integrato nel progetto.

Sergi Roberto 6 – Illude la Juventus con una mezza incertezza iniziale, però si riprende subito e torna a fare il suo lavoro sulla fascia senza paure.

Araujo 6 – Centralone di lotta molto più che di governo, caratteristiche gladiatorie insolite per il pianeta Barça, le prende e le dà per tutto il primo tempo poi si deve arrendere a un infortunio. (dal 1’ st Busquets 6 -  La sua esperienza in tutte le situazioni di gioco è un’arma che un suo non totale estimatore come Koeman sa apprezzare).

Lenglet 7 – Equilibrio innato e doti da leader, non velocissimo ma sempre piazzato nel punto giusto del campo.

Jordi Alba 6,5 – Moto perpetuo sulla fascia sinistra, elemento fondamentale per lo sviluppo di qualunque azione si svolga da quella parte.

Pjanic 6,5 – I tempi di gioco li ha sempre avuti, il tiro dalla distanza pure. Certo nel Barcellona si crea un habitat perfetto per sfruttare queste sue caratteristiche, che il bosniaco utilizza corroborandole con l’esperienza.

De Jong 6,5 – Presenza attiva e autorevole in mezzo al campo, perfetto complemento di Pjanic o di chi per lui, ovviamente inamovibile per l’allenatore connazionale.

Dembélé 6,5 – Ex oggetto misterioso, dimostra di essersi finalmente inserito nel mondo Barça e di unire una buona tecnica alla dote più visibile, la potenza atletica. Il suo tiro – deviato – regala l’1-0 alla sua squadra. (dal 21’ st Ansu Fati 6,5 -  Entra con la spregiudicatezza che ci si aspetta da lui, subito nel vivo delle azioni catalane come se fosse lì da sempre. Guadagna il rigore del 2-0 ma si mangia il gol del 3-0, comunque il ragazzo c’è).  

Griezmann 6,5 – La sua vita al Barcellona ha avuto un andamento costante, nel senso che non ha mai entusiasmato e non è mai entrato alla perfezione nei meccanismi, meno ancora nelle grazie di Messi. Però quando tocca la palla sono guai, come nel caso del palo colpito proprio in apertura o del raddoppio sfiorato alla mezz’ora del secondo tempo. (dal 43’ st Junior Firpo sv).

Pedri 7 – Non viene il sospetto che sia ancora minorenne, tiene il campo con l’autorevolezza di un veterano, forse è davvero l’erede di Iniesta. (dal 47’ st Braithwaite sv).

Messi 6,5 – Serata in chiaroscuro, con molta partecipazione al gioco in posizioni lontane dalla porta avversaria ma ispirazione non alla massima potenza negli ultimi venti metri. Ha sulla coscienza un gol quasi mangiato dopo un minuto di gioco. Timbra con disinvoltura e comodità il rigore del 2-0, comunque in una serata “normale”.

All. R. Koeman 7 – Non era facile raddrizzare le vele dopo la scuffiata subìta nella partita contro il Real. Invece lo skipper olandese è riuscito a sistemare tutto o quasi, almeno dal punto di vista della capacità di stare in campo.