Pepe Sand è nato nel 1980, come Ronaldinho, Xavi e Gerrard, ed è l’ago della bilancia del Lanus, l’unico giocatore veramente insostituibile. Nell’ultima settimana ha segnato tre gol, due in Copa Sudamericana contro il Sao Paulo di Dani Alves e uno in campionato contro il Boca Juniors di Tevez. Chi lo vede giocare per la prima volta può riconoscere tutti i tratti distintivi del centravanti che riesce ancora a essere decisivo in età avanzata: il corpo asciutto, che ruota con movimenti agili per proteggere il pallone, la sensazione di vitalità ed energia nel singolo gesto tecnico, e un modo di stare in campo vigile, ma con pochi sforzi.
Essere ancora decisivo a questa età – forse a causa della narrativa del re taumaturgo Ibrahimovic, o del ricordo di Javier Zanetti – è un cliché che ci viene naturale legare a una carriera lineare e costante e a una forza mentale monolitica. José Sand è un personaggio completamente diverso. La sua storia nelle inferiores del River Plate lo spiega bene: nelle sue prime stagioni, segnò in quest’ordine 30, 29 e 33 gol. Poi, venne promosso direttamente nella reserva, l’ultimo step che separa un giovane giocatore argentino dalla prima squadra, e si bloccò completamente.