LA SCELTA

Nba, due possibili scenari per dare il via alla nuova stagione

La presa di posizione dell'associazione giocatori è attesa a breve, nei piani della lega c'è l'idea di tornare a un calendario tradizionale a partire dal 2021/22

Un bivio, due date, due diversi scenari. La Nba è chiamata a fissare una data d'inizio per la stagione 2020/21. Non una semplice x sul calendario, ma una scelta attorno a cui ruota l'intera organizzazione della lega americana, oltre a un enorme giro economico già oltremodo compromesso dalla pandemia. Il cerchio si è ristretto e le uniche alternative rimaste per la Opening Night sono il 22 dicembre e il 18 gennaio. Una situazione da Sliding doors, in cui imboccare un sentiero al posto dell'altro comporta delle conseguenze da considerare. 

SCENARIO 1: PARTENZA IL 22 DICEMBRE
 

L'alternativa preferita dall'Nba e dai network televisivi, ma osteggiata in buona parte dai giocatori e dai membri della Nbpa, l'associazione che agisce a tutela dei diritti degli atleti. Natale sì o Natale no? Questione semplice solo in apparenza. La messa in onda dei "christmas games" frutta ogni anno centinaia di milioni di dollari, una cifra che in questo momento storico alla lega americana servirebbe come il pane, specie considerato il flop delle ultime Finals che hanno registrato uno share da minimi storici. 

Se prevalesse questa possibilità, le partite di regular season scenderebbero da 82 a 72, con una riduzione del 25% dei viaggi e quindi minori possibilità di contagi da Covid-19. La pausa per l'All Star Game avrebbe luogo a inizio marzo anziché a febbraio come da tradizione, sempre che per allora sussistano le condizioni di sicurezza necessarie all'organizzazione dell'evento.

Al termine della stagione regolare si giocherà un "play-in", una sorta di mini torneo tra le squadre classificate dal il 7º al 10º posto in ciascuna delle due Conference, una soluzione scelta per decidere le ultime 4 partecipanti ai playoff. Questa novità troverà spazio a prescindere dallo scenario che verrà adottato. 

Con un inizio il 22 dicembre la stagione si concluderebbe al più tardi il 22 luglio, quasi a ridosso delle Olimpiadi di Tokyo. La coincidenza permetterebbe ai giocatori di prendere parte regolarmente ai Giochi e poter poi cominciare l'annata successiva rispettando il calendario tradizionale, con la prima palla a due tra fine ottobre e inizio novembre 2021. 

SCENARIO 2: PARTENZA 18 GENNAIO

Il Martin Luther King Day, il giorno eletto da molti giocatori che gradirebbero trascorrere il Natale in famiglia per poi presentarsi il 28 dicembre ai rispettivi training camp. Una data carica di significato, vista la dedizione palesata dai giocatori Nba alla causa del "Black lives matter". Adottando questa soluzione le partite di regular season scenderebbero a 60, mentre la percentuale sulla riduzione dei viaggi rimarrebbe del 25%. 

La pausa per l'All Star Game slitterebbe al 9 aprile 2021, mentre la regular season si concluderebbe non prima della fine di giugno. Questo comporterebbe uno sviluppo dei Playoff tra i mesi di luglio e agosto, una soluzione copia carbone della stagione scorsa che impedirebbe però ai giocatori di partecipare a Tokyo 2021. Terminare la post season a estate inoltrata complicherebbe anche il piano del commissioner Adam Silver di riprendere col calendario tradizionale a partire dall'annata 2021/22.

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Una serie di grattacapi in cui comanda un'unica certezza: quella di quest'anno sarà un'annata contraddistinta dalle perdite, su tutte quella derivante dall'assenza di pubblico nelle tribune, un buon 40% in meno nel conto dei ricavati. Il tempo per scegliere la data d'inizio comincia a stringere, l'associazione giocatori dovrebbe comunicare una preferenza definitiva tra giovedì 5 e venerdì 6 novembre, solo una volta ascoltato il parere degli atleti. 

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