Claudio Lotito è pronto a dare battaglia per la questione tamponi. La Lazio, che in Champions è riuscita comunque a pareggiare contro lo Zenit, vuole giocarsela alla pari con tutti e per questo anche i tamponi ora rivestono un'importanza fondamentale e strategica nel prosieguo della stagione. Il presidente andrebbe per vie legali nei confronti della Uefa. L'obiettivo è quello di raggiungere un'uniformità di analisi dei tamponi tra campionato nazionale e coppe internazionali.
Per il laboratorio di Avellino, che processa i tamponi per conto della Lazio, i tre (Immobile. Leiva e Strakosha) erano negativi. Non per la Uefa che li ha fermati nonostante i primi due avessero comunque giocato a Torino.
L'unico dubbio era sull'attaccante partenopeo al quale era stata riscontrata la positività al gene N che, pur facendo parte della famiglia dei coronavirus, non si trova nel Covid-19.
La situazione, per la Lazio, si complica. Secondo quanto riferisce la "Gazzetta dello sport", la Asl Roma 1, l’autorità sanitaria competente per i calciatori biancocelesti, non ha ricevuto nessuna comunicazione formale relativa ai casi di positività e non ha potuto disporre alcun tipo di mappatura dei contatti. La professoressa Giovannella Baggio, membro del Cts, ha dichiarato: "Nelle nostre linee guida non c’è distinzione tra debolmente positivo e positivo. Se da un tampone molecolare emerge una positività, di qualsiasi livello, il paziente è positivo e va isolato per 10 giorni".