Se esiste una costante nella vita professionistica del francese naturalizzato ivoriano, è quella di essere accolto da un certo scetticismo iniziale. Anche perché Jean-Daniel Akpa-Akpro ben ha presenti ampiezza e limiti personali e proprio per questo motivo fa dell’umiltà una costante di riferimento. Ma di solito l’umiltà è una delle caratteristiche umane meno apprezzate e più fraintese. La scambiano per modestia ma è tutta un’altra cosa.
Al momento del suo arrivo alla Lazio il tecnico Simone Inzaghi lo conosce poco, probabilmente lo vive come un semplice “travaso” dalla Salernitana, probabile pedina buona per uno scambio di mercato. Poi durante il ritiro estivo lo osserva bene e comincia a farsi un’idea sempre più chiara. Innanzitutto è un gran lavoratore, preciso, puntuale, capace di integrarsi nel gruppo. Poi si accorge che a centrocampo può essere l’alternativa meno tecnica (ma molto utile) a Milinković-Savić.