Dopo il gol contro l’Udinese, l’ennesimo della sua carriera ma anche il primo in campionato con la maglia della Roma, Pedro Rodriguez si è avvicinato ai microfoni delle emittenti che lo reclamavano con la tranquillità di chi ha già attraversato ogni tipo di situazione, senza scomporsi più di tanto nonostante il capolavoro che aveva risolto una sfida particolarmente complessa. Ha messo in fila le solite frasi d’ordinanza: felice per il gol, felice per la squadra, l’esultanza per la famiglia. Poi, però, ha aggiunto qualcosa che ha spiazzato: «Abbiamo l’obiettivo di vincere sempre, pensiamo partita dopo partita per raggiungere lo scudetto». Non lo ha fatto per concedersi il brivido di una sparata, né per provare a ingraziarsi una tifoseria che si è approcciata con un filo di diffidenza alla seconda stagione con Paulo Fonseca in panchina, nonché la prima dell’era Friedkin. Lo ha fatto, semplicemente, perché Pedro Rodriguez è programmato per vincere.
In una Serie A che sta alzando pericolosamente l’asticella dell’età media delle sue stelle, con i 39 anni di un eterno Zlatan Ibrahimovic che stanno facendo passare i quasi 36 di Cristiano Ronaldo come quelli di un giovane alle prime armi, sono stati forse in troppi a considerare l’arrivo di Pedro alla Roma una sorta di esilio neanche troppo dorato di un giocatore che aveva già dato il meglio altrove.