"Nel calcio non è cambiato nulla dal 2013: forse giusto qualche multa in più, è davvero triste". In un'intervista concessa a Dazn la stella del Monza Kevin Prince Boateng è tornato su un tema a lui molto caro, quello del razzismo: "Succede ancora, succede troppo. Il cambiamento deve arrivare dalla Fifa e dall'Uefa. Noi calciatori proviamo a parlare, usiamo i social, rilasciamo le interviste, ma occorre partire dall'alto, altrimenti è troppo difficile per noi"
Quello dell'uguaglianza è un tema attuale più che mai. Ha tenuto banco negli ultimi mesi in particolar modo negli Stati Uniti, dove nuovi casi di maltrattamento e violenza nei confronti delle persone di colore hanno acceso forti proteste e dato nuova linfa al movimento Black Lives Matter, sostenuto apertamente anche dai giocatori della Nba. A proposito di America e lotta al razzismo, Boateng ha palesato tutto il suo entusiasmo per la vittoria di Joe Biden alle presidenziali e, soprattutto, per l'elezione della sua vice, l'afroamericana Kamala Harris: "È una figura che dà un grande messaggio di speranza per tutte le donne del mondo: ha una forza, un'energia positiva che subito si percepisce. Quello che manda è un segnale forte, paragonabile a ciò che fecero Muhammad Ali' e Nelson Mandela" .
L'intervista è poi proseguita entrando nel personale. A 33 anni compiuti, Boateng ha avuto modo di esplorare in lungo e in largo il calcio europeo, portandosi dietro qualcosa da ogni singola esperienza vissuta nei campionati del vecchio continente: "Della Germania ho dentro rigore e puntualità, del Ghana il ritmo e la passione per la musica, ma dopo tutto mi sento anche molto italiano". Un percorso lungo il suo, che ha concesso spazio anche a qualche peccato di gioventù che oggi ricorda con un filo di pentimento: "Quando ero giovane, al Tottenham, ho comprato tre auto di lusso in un giorno, ma dietro c'era tanto dolore. Cercavo di comprare la felicità. Non ero contento, non giocavo, non stavo bene e allora cercavo altro. Certo, cambierei quella parte del mio passato. Mi sono sempre affidato al mio talento, avrei potuto fare di più, anche se comunque ho avuto una buona carriera".
Una carriera che, seppure per poco tempo, lo ha visto vestire anche la maglia del Barcellona. Della sua esperienza catalana Boateng conserva un ricordo su tutti: "Allenarmi con Messi mi ha lasciato senza parole: avevo sempre detto che Cristiano Ronaldo era il più forte del mondo, ma Messi è un'altra cosa, non è normale. Mi allenavo con lui e, per la prima volta nella mia carriera, mi sentivo scarso: faceva delle robe incredibili, mi veniva voglia di dire 'lascio perdere, smetto di giocare'".
Infine un pensiero al presente, alla sua avventura col Monza e a quel grande obiettivo chiamato promozione: "Se porto il Monza in Serie A mi invento un nuovo ballo per festeggiare".