A 50 anni e a 6 dall'ultimo combattimento, Gianluca Branco (pluricampione europeo, con un record di 49 vittorie, 3 sconfitte e un pareggio) non ha ancora intenzione di appendere i guantoni al chiodo e ha voglia di continuare a stupire. "A fine aprile combatterò per il Mondiale pesi welter UBC - ci ha spiegato il pugile - Voglio scrivere la storia della boxe italiana". Deluso dalla Federazione. "Ho fatto le visite a spese mie, mi hanno affiliato ma quando è giunto il momento di combattere mi hanno detto che non potevo. Io che nella mia carriera ho sempre indossato i calzoncini col tricolore mi sono dovuto tesserare in Brasile. Il primo gennaio farò una cosa eclatante come forma di protesta".
Cosa ti spinge a tornare sul ring a 50 anni?
"Voglio scrivere la storia del pugilato italiano e vincere un Mondiale a 50 anni. Dalla Federazione Italiana non ho ricevuto nulla. Feci delle visite mediche speciali a mie spese per l'affiliazione. Una volta tesserato, mi hanno detto che non potevo combattere in base a una nuova norma, perché superati i 40 anni non puoi restare fermo più di dodici mesi. Io che nella mia carriera ho sempre indossato i calzoncini col tricolore mi sono dovuto tesserare in Brasile. La cosa surreale è che dopo aver fatto un combattimento all'estero posso combattere in Italia. Non sono uno sprovveduto, ho una figlia di 10 anni, so quello che faccio. Il primo gennaio farò una cosa eclatante come forma di protesta".
Cosa bolle in pentola?
"Mi ha chiamato il presidente della UBC (Universal Boxing Council, ndr) per propormi di fare il Mondiale pesi welter. Mi ha detto di fare prima un incontro di preparazione e poi combattere per il titolo per fine aprile. Ha grande stima di me e vorrebbe anche che diventassi un testimonial".
Cosa hai fatto negli ultimi 6 anni?
"Ho continuato ad allenarmi. Dopo la vittoria con Jackiewicz ho avuto un incidente stradale e mi sono dovuto operare a una spalla. Poi avrei dovuto combattere contro Paul Malignaggi ma l'incontro è saltato per uno stiramento al gemello. Ho provato a fare l'allenatore di Michael Magnesi (fresco campione del Mondo Ibo dei superpiuma, ndr), ma era incompatibile con l'attività di atleta".
Nel 2004 e nel 2006 le due chance Mondiali contro campioni come Arturo Gatti e Miguel Cotto. Quale delle due sconfitte ti brucia di più ad anni di distanza?
"Quando ho combattuto con Gatti io ero il numero 1 della Wbc e lui il numero 2. Era due anni che non combattevo, perché aspettavo di affrontare Kostya Tszyu, poi detronizzato dalla Wbc. mi brucia ancora quel colpo al 10° round che mi ha penalizzato. Abbiamo combattuto alla pari, ora lui non c'è più e non mi va di dire che avrei meritato di vincere. Con Cotto, invece, venivo da un'operazione alla mano sinistra e mi hanno detto del match solo tre mesi prima. Non c'ero con la testa, mi era una successa una brutta cosa. Al primo round mi sono infortunato al bicipite, ho stretto i denti ma all'8° ho dovuto abbandonare".
Quale la tua vittoria più bella?
"Le vittorie per un atleta sono tutte importanti. Ricordo con grande piacere la vittoria contro Mapouka a Parigi per il titolo europeo vacante, un'impresa davanti al pubblico francese".
Il pugile più grande di tutti i tempi?
"Molti dicono Alì o Tyson, ma per me il più grande è stato Ray Sugar Leonard, campione in 5 categorie diverse, il più completo di tutti".