I campioni di oggi sono i suoi eredi sulle piste, ma soprattutto sui gradini del podio e nelle caselle più recenti dell'albo d'oro del Motomondiale Bruno Ruffo - è di lui che stiamo parlando - ha inaugurato insieme a Nello Pagani e Leslie Graham. Tre volte iridato all'alba appunto del Campionato del Mondo: nella prima edizione del 1949 e poi nel 1951 con la Moto Guzzi 250, in sella alla Mondial 125 invece nel 1950. Di Bruno Ruffo ricorre oggi il centenario della nascita.
Avrebbe tagliato un altro traguardo, quello del secolo, Bruno Ruffo, il primo italiano a vincere un Gran Premio nel Motomondiale, nel 1949, anno della prima edizione. Subito campione del mondo nella 250 con la Guzzi, poi l'anno seguente in 125 con la Mondial. Tornato alla casa di Mandello, replicò il titolo nella quarto di litro. Nato il 9 dicembre 1920 a Colognola ai Colli (Verona), pilota già prima della Seconda Guerra Mondiale, tornò dal fronte russo con passione intatta, il Dopoguerra per forgiare il talento e presentarsi pronto al via dell'avventura iridata. Dopo i tre titoli gli chiesero di fare un passo di lato, per non offuscare con la sua immagine di pilota imbattibile quella della Moto Guzzi. Obbedì, Ruffo, e un grave incidente pose praticamente fine alla sua carriera motociclistica. Corse anche in auto, Alfa Romeo e Maserati, ma sono i trionfi su due ruote, compresi numerosi record mondiali di velocità, a farci ricordare il campione veronese che ci ha lasciato nel 2007. Il figlio Renzo ha pubblicato nel 2009 il libro "Cuore e Asfalto", lettura indispensabile per conoscere meglio una figura di fondamentale importanza per il motociclismo italiano.