A PERUGIA

Caso Suarez, la rettrice dell’università si avvale della facoltà di non rispondere

Giuliana Grego Bolli e la professoressa coinvolta nell'indagine, Stefania Spina, non hanno rilasciato dichiarazioni davanti al Gip

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Hanno scelto di non parlare davanti al gip di Perugia che le ha sospese per otto mesi dall'esercizio del pubblico ufficio la rettrice dell'Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli, e la professoressa Stefania Spina, coinvolte nell'indagine su quello che è considerato dagli inquirenti l'esame "farsa" sostenuto da Luis Suarez per attestare la conoscenza dell'italiano necessaria nelle procedure per acquisire la cittadinanza italiana. Entrambe si sono infatti avvalse della facoltà di non rispondere in relazione al reato di violazione del segreto d'ufficio e falsità ideologiche. Nessun elemento nuovo quindi per l'inchiesta condotta dalla guardia di finanza coordinata dalla procura del capoluogo umbro guidata da Raffaele Cantone.

Coinvolti, oltre ai vertici dell'Ateneo, anche l'avvocato torinese Maria Turco, indicata come "legale incaricato dalla Juventus" per l'allestimento dell'esame e accusata di concorso in falso ideologico. Gli ultimi sviluppi dell'inchiesta hanno toccato anche il responsabile dell'area sportiva della società bianconera, Fabio Paratici, indagato per false informazioni al pubblico ministero, e Luigi Chiappero, avvocato storico del club per il quale è ipotizzato lo stesso addebito.

Al momento comunque dall'indagine non sono emersi contatti diretti tra dirigenti della Juventus e i vertici dell'Università per Stranieri nella gestione dell'esame Suarez. Atti che già nella prima fase degli accertamenti la giustizia sportiva ha chiesto alla Procura di Perugia di poter esaminare, ricevendo però il "no" del capo dell'Ufficio Raffaele Cantone. Richiesta che non sarebbe stata al momento riformulata dopo gli ultimi sviluppi.

Per Giuseppe Pecoraro, ex capo della procura della Figc, comunque "se la Juventus risultasse consapevolmente coinvolta nella vicenda Suarez, sul piano della giustizia calcistica sarebbe inevitabile considerare la violazione dell'articolo 1 del codice, quello sulla lealtà sportiva, al cospetto di un tentativo di tesserare un giocatore che invece tesserabile non era. Il ragionamento è lineare, e sempre parlando in via ipotetica - aggiunge -, la posizione della Juve sarebbe chiara. Tra l'altro, se Suarez fosse stato tesserato avendo ottenuto la cittadinanza italiana grazie all'esame farsa all'università per stranieri di Perugia, avrebbe potuto giocare indebitamente tutto il campionato. Basta pensare a quello che è stato deciso per la Roma nella vicenda Djawara, dove un errore materiale è costato alla società giallorossa la sconfitta a tavolino".

Sul fronte più strettamente universitario, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, quello della Provincia di Perugia, Luciano Bacchetta, e dal sindaco del capoluogo, Andrea Romizi, hanno chiesto un "atto di responsabilità che porti i destinatari delle misure interdittive a fare un passo indietro, per il bene e nell'interesse dell'Università per Stranieri di Perugia". La stessa presidente Tesei e il deputato umbro del Pd Walter Verini hanno assicurato che il ministro Gaetano Manfredi sta seguendo la vicenda.

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