"Fare a meno di lui è tanto, veramente tanto. Ma dovrò farlo perché gliel'ho promesso. Nel momento in cui stava morendo non se ne voleva andare. L'ho abbracciato forte, gli ho detto 'vai, lascia questo corpo, basta hai fatto anche troppo'". Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi, ricorda così il marito scomparso nella notte. "Preferisco pensare sia un arriverderci - ha aggiunto parlando con i cronisti uscendo dall'ospedale Le Scotte di Siena - Mi hanno chiamato da tutto il mondo, ovunque. Purtroppo non ce la faccio, non ho nemmeno la forza. Sono confusa e piena di dolore".
"Non è facile riassumere in poche parole tutto quello che è stato Paolo - ha aggiunto la moglie di Paolo Rossi - Una persona unica, piena di ottimismo anche nei momenti piu' difficili, una persona grande ma allo stesso tempo semplice. Una persona che mi ha insegnato tanti valori belli e li ha insegnati alle nostre figlie. Io dico che dopo Paolo Rossi si sopravvive. Quindi cerchero' di fare questo". 'Lui era una persona che sapeva parlare allo stesso modo con i capi di Stato ma anche con le persone che incontravamo al supermercato. Questo era Paolo e questa la sua grandezza. Riporteremo Paolo in Toscana - ha concluso Federica Cappelletti -. Faremo la cerimonia e una camera ardente a Vicenza che era la sua citta' adottiva. Poi lo faro' cremare in accordo con il figlio perche' me lo voglio tenere sempre vicino".
IL RICORDO SUI SOCIAL
Una foto di loro due al mare, sulla spiaggia. Vicini e sorridenti e un post con scritto "per sempre" accompagnato da un cuore rosso. Così Federica Cappelletti, giornalista e scrittrice, ha voluto salutare suo marito Paolo Rossi morto nella notte all'età di 64 anni. Pablito, come era soprannominato, era malato da tempo. E' stata la stessa Cappelletti a dare l'annuncio con questo post sui social. Tantissimi i messaggi di cordoglio.
"Non ci sarà mai nessuno come te, unico, speciale, dopo te il niente assoluto....", ha poi scritto su Facebook ricordando ancora il marito.
IL FRATELLO ROSSANO: "SEMPRE COL SORRISO"
"L'ho visto per l'ultima volta ieri, alle Scotte . Era entrato in coma non mi ha riconosciuto. Fino al giorno prima sorrideva, anche se aveva perduto la forza di parlare". Così al quotidiano La Nazione Rossano Rossi, fratello di Paolo, due anni e mezzo più grande, ne racconta le ultime ore. "Era malato dalla primavera, colpito al polmone - spiega - Decise di non farlo sapere, di affrontare la malattia protetto dalla famiglia, senza clamori. Dalla malattia originaria se ne sono sviluppate altre, anche alle ossa, certo indotte dalla debilitazione che ogni giorno lo rendeva piu' vulnerabile. No, il Covid non lo ha colpito". Paolo Rossi era ricoverato alle Scotte di Siena, dove Rossano andava a trovarlo "sulla base di permessi che chiedevo e mi venivano concessi quando i medici lo stabilivano". "In pochi mesi ha subito interventi, si è sottoposto a cure impattanti - prosegue - Lo ha fatto con coraggio, impegnando tutto sè stesso, fino a sabato ha ricevuto le terapie. Paolo aveva fiducia dei sanitari di Siena si era affidato loro con la massima disponibilità e ha offerto ai medici ogni energia per superare il male. Si è aiutato da solo, con l'affetto della famiglia, di noi". Paolo Rossi si concedeva attimi di vita apparentemente normale, accettando ogni tanto gli inviti della tv. "Si collegava dal pc di casa con la Domenica sportiva, come tanti fanno, oggi, in tempi di Covid - racconta Rossano - Per sostenere la breve intervista era necessaria una iniezione che lo tenesse su. Il medico gliela praticava poco prima. Gli faceva piacere mostrarsi agli sportivi, al suo mondo del calcio. Noi familiari annunciavamo che si era operato alla schiena, per spiegare la sua assenza. E non era una bugia, perché in questi mesi si è sottoposto anche a un intervento alla vertebra".