ADDIO CAMPIONE

Paolo Rossi, in quattromila alla camera ardente allo stadio Menti

I funerali si svolgeranno sabato mattina nel Duomo. Lunghe file per l'ultimo saluto

Rossi, l'ultimo saluto della sua Vicenza

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La giornata del ricordo di Paolo Rossi si è svolta tra Siena, dove in mattinata il feretro aveva lasciato la camera mortuaria dell'ospedale Le Scotte, e Vicenza dove, dalle 15 alle 21, la camera ardente è rimasta aperta allo stadio 'Menti' per accogliere le circa quattromila persone arrivate per l'ultimo saluto a Pablito con un biglietto, un fiore o una sciarpa. I funerali si svolgeranno sabato mattina nel Duomo di Vicenza alla presenza di circa 250 persone. 

CHIUSA LA CAMERA ARDENTE, FIACCOLATA DEI TIFOSI
Verso le 21 la camera ardente al Menti è stata chiusa. Il feretro di Rossi è stato trasportato verso il Duomo, dove domattina si svolgeranno i funerali: i tifosi biancorossi hanno fatto partire una fiaccolata che ha accompagnato per l'ultima volta il loro campione.

CARNEVALI: "LASCIA UN VUOTO IN TUTTI NOI"
"E' stato un giocatore straordinario ma ho avuto la fortuna di conoscerlo come uomo, una persona con dei valori incredibili che lascia un vuoto in tutti noi. Ci manchera' molto, in questo momento il mondo del calcio sta soffrendo per la scomparsa di due persone eccezionali come Maradona e Rossi". Cosi' Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo, nel ricordare Paolo Rossi, scomparso giovedi' scorso.

VIGORITO: "CAPACE DI NON DIMENTICARE CHE È UN GIOCO"
"Nel nostro primo anno di A ho avuto il piacere di essere intervistato da lui, non ricordo la domanda, ma ricordo che facemmo una risata insieme. Non dimentichero' mai gli uomini che sono capaci di non dimenticare mai che questo e' un gioco oltre che un mondo di affari per tanti, ma non per tutti. Ero suo tifoso, da presidente lo avrei voluto in squadra sia in campo che come dirigente". Cosi' il presidente del Benevento, Oreste Vigorito nel ricordare Paolo Rossi.

VISITE AL MENTI OLTRE L'ORARIO PREVISTO
Proseguira' ben oltre le ore 20, orario previsto di chiusura, il saluto alla camera ardente di Paolo Rossi, allestita all'uscita degli spogliatoi, sul terreno dello stadio Menti. A pochi minuti della chiusura indicata all'esterno dell'impianto c'e' ancora una lunga fila, di almeno 300-400 metri e per motivi di correttezza sara' consentito a tutti una visita, fino ad esaurimento. Secondo una stima complessiva sono state tra le 3.500 e i 4.000 le persone che dalle 15 di oggi pomeriggio hanno omaggiato del loro saluto l'ex campione del mondo 1982. Un'ultima iniziativa e' nata in giornata per "salutare" Paolo Rossi: una volta che il feretro uscira' dallo stadio Menti, si presume tra le 21.30 e le 22, i tifosi della curva sud, quella degli ultras biancorossi, faranno una lunga fiaccolata, silenziosa, che accompagnera' lungo Viale dello Stadio la macchina con la salma del campione.

STROPPA: "PERSONA DI UNA SEMPLICITÀ DISARMANTE"
"Ho avuto la fortuna di allenarmi un anno insieme a Paolo Rossi quando venne al Milan nel 1985 con Liedholm allenatore. Feci il secondo ritiro a 17 anni. Mi sembrava di stare con una figurina, era una persona straordinarie di una semplicita' disarmante nonostante si portasse dietro tutti i trofei vinti. Lo ricordo con tanto affetto, abbraccio la famiglia. Se ne e' andato una persona straordinaria". Cosi' Giovanni Stroppa, tecnico del Crotone, nel ricordare Paolo Rossi.

PRANDELLI: "UN AMICO, NON ACCETTO LA SUA MORTE"
"Per me e' un amico, un amico sincero: non riesco a trovare le parole, non l' ho ancora accettato". Cesare Prandelli non riesce a trattenere la commozione per la scomparsa di Paolo Rossi: il tecnico della Fiorentina e' andato a Vicenza alla camera ardente del campione scomparso a 64 anni, dove tanta gente dal primo pomeriggio e' in fila fuori allo stadio Menti per rendere omaggio a Pablito. "E' la testimonianza di come ha vissuto Paolo la propria professione - ha detto l'ex ct azzurro ai microfoni di Sky - e la gente viene a salutare Paolo non il calciatore. E' riuscito come pochi al mondo a riprendersi da momenti sempre difficili ricordando i valori dell'amicizia. Non e' mai stato un personaggio, lo e' diventato perche' nel calcio ha fatto quello che ha fatto. Come persona e' sempre stato di grande umanita' e sensibilita'".

PERUGIA, DUE MONUMENTI ILLUMINATI DI ROSSO
La citta' di Perugia saluta e rende omaggio al grande campione Paolo Rossi, simbolo del calcio italiano, protagonista assoluto del mondiale di Spagna 1982, nonche' ex giocatore del Perugia nella stagione 1979-1980. Per farlo due monumenti-simbolo della citta', la Torre degli Sciri e la Fontana Maggiore si coloreranno di rosso, in ricordo del bomber toscano, tanto amato dagli italiani. "Perugia non dimentica Paolo Rossi - sottolinea l'assessore allo sport del Comune di Perugia - perche' Paolo Rossi e' stato una bandiera del calcio italiano e del calcio perugino, con la sua classe,  la sua professionalita' ed i suoi gol che hanno fatto esultare ed innamorare tante generazioni. Nonostante il grande successo ottenuto, Paolo Rossi e' sempre rimasto umile, divenendo, con il suo garbo ed i gesti gentili, un esempio per i tanti giovani che si avvicinano al mondo dello sport. Per questo abbiamo scelto di illuminare di rosso, in una sorta di legame virtuale con il cognome del calciatore, due dei nostri monumenti piu' belli, la Fontana Maggiore e la Torre degli Sciri per ricordare le gesta di un uomo che ha scritto un pezzo di storia dello sport italiano".

UN MARE DI GENTE PER L'ULTIMO SALUTO
Oltre 1.500 persone, disposte su una fila che ha raggiunto quasi il chilometro di lunghezza, ,sono in attesa di poter sfilare davanti al feretro di Paolo Rossi nella camera ardente allestita allo stadio 'Menti' di Vicenza, per dare l'ultimo saluto al campione del Mundial '82. La bara, di noce chiaro, e' stata sistemata all'uscita degli spogliatoi, sotto la tribuna centrale. E' riparata da una struttura metallica di color nero, alta circa 3 metri, con quattro grandi mazzi di fiori, bianco e rossi, adagiati a terra all'altezza dei sostegni. 

LE INIZIATIVE DELLA LEGA SERIE A
La Lega Serie A e tutte le società ricorderanno e renderanno omaggio a Paolo Rossi attraverso una serie di iniziative in occasione del prossimo turno di campionato:
LUTTO AL BRACCIO
Tutti i calciatori scenderanno in campo indossando una fascia nera al braccio sinistro;
MINUTO DI RACCOGLIMENTO
Prima del calcio d’inizio di ogni partita sarà osservato un minuto di raccoglimento dai calciatori e dagli ufficiali di gara schierati intorno al cerchio di centrocampo;
IMMAGINE SUL MAXISCHERMO
Nel corso del minuto di raccoglimento sarà proiettata sui maxischermi dello stadio un’immagine commemorativa di Paolo Rossi;
VIRTUALIZZAZIONE CERCHIO DI CENTROCAMPO
Durante il minuto di raccoglimento sarà realizzata una virtualizzazione del cerchio di centrocampo che riporterà un’immagine del campione;
AUDIO COMMEMORATIVO
Al termine del minuto di raccoglimento sarà diffuso all’interno di ciascun impianto un audio storico che ricorderà le gesta di Paolo Rossi al Mondiale del 1982.

PAOLO ROSSI, LA MOGLIE FEDERICA: "MALATTIA E' STATO NOSTRO MONDIALE"
 "La mia scelta di raccontare Paolo è la voglia di regalare un po' di Paolo a tutti, perché lui amava parlare con tutti, regalava un sorriso a tutti. Per questo ho preferito non chiudermi del mio dolore straziante, ma parlarne, parlare del valore della condivisione. Parlare del donarsi agli altri". Cosi' Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi, intervenuta a Radio Punto Nuovo. "Non lo faccio per sfruttare la scia di questo sentimento: sento fortissimo un sentimento dall'Italia. L'ho conosciuto quando già aveva smesso di giocare: ed ho recuperato rivivendo con lui quei momenti. In questo percorso di malattia difficile - aggiunge - questo sarà il nostro Mondiale gli dicevo, ma non ce l'abbiamo fatta. Il suo sorriso mi ha fatto innamorare, era la forza che lo distingueva dagli altri. Lo aveva perso negli ultimi tempi: era la forza che aveva un po' smarrito".

IL SINDACO DI VICENZA: "GLI INTITOLEREMO STRADA O PIAZZA"
 "Per noi Rossi non era solo un ex calciatore, ma un amico e il vicino di casa sempre sorridente e disponibile. Ha dimostrato il suo legame sposando il progetto della Lanerossi Vicenza di Renso Rosso, lo ricorderemo con qualcosa di concreto nei prossimo mesi". Lo ha dichiarato a Sky Sport il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, che poi sulla possibilità di intitolare a Paolo Rossi il viale dinanzi allo stadio di Vicenza, ha aggiunto: "Le proposte sono tante, stiamo cercando di fare una cernita. Lo faremo con razionalità dopo le emozioni che stiamo vivendo in queste ore. È giusto che lo decida la città. Intitolare una strada o una piazza è una cosa dovuta, poi lavoreremo anche su iniziative di carattere sociale". "Gli avevamo donato la cittadinanza onoraria pochi mesi fa, purtroppo non ha fatto in tempo a godersela. Ma lo ricorderemo anche in questo senso, i vicentini gli vogliono bene e lo stanno dimostrando", ha concluso il sindaco Rucco riferendosi proprio ai tanti suoi concittadini pronti a dare l'estremo saluto al campione che fece sognare Vicenza a suon di gol sul finire degli anni '70. 

VICENZA, LUNGHE FILE AL MENTI PER L'ULTIMO SALUTO
E' lutto cittadino a Vicenza, città che aspetta di dare domani l'ultimo saluto a Paolo Rossi, che l'aveva eletta come 'seconda casa' dopo aver militato per anni con la maglia del Lanerossi. Il sindaco Francesco Rucco ha proclamato il lutto cittadino fino a domani, con bandiere a mezz'asta nei palazzi comunali. Proprio Rucco aveva consegnato lo scorso il 18 febbraio la cittadinanza onoraria a Pablito, primo sportivo nella storia ad ottenerla. Il sindaco ha confermato oggi l'intenzione di dedicare in tempi brevi all'ex campione una parte dello stadio (già intitolato a Romeo Menti, morto nella strage di Superga) o la via in cui si trova l'impianto, via dello Stadio. All'esterno del Menti, quando mancava ancora un'ora all'apertura della camera ardente, stanno giungendo centinaia di persone, che rispettando il distanziamento e le regole anti contagio si stanno mettendo in fila per poter dare il saluto a Pablito.

PRATO, PROPOSTA PER INTITOLARE STADIO A PAOLO ROSSI
Intitolare a Paolo Rossi lo stadio di Prato, che attualmente si chiama 'Lungobisenzio'. L'idea è già partita da alcuni consiglieri comunali pratesi e deve ora seguire un iter che non dovrebbe conoscere particolari ostacoli ma che richiede comunque alcuni giorni per il suo completamento. Intanto, in occasione dei funerali di Rossi, che si terranno domani mattina a Vicenza, il Comune di Prato ha proclamato il lutto cittadino e il sindaco Matteo Biffoni ha invitato tutti i pratesi a ricordare il loro concittadino "mettendo sui propri balconi e alle proprie finestre una bandiera italiana, esattamente come in quella splendida estate del 1982", quando Pablito trascino' l'Italia, a suon di gol, a vincere il Mondiale in Spagna.

LA LETTERA DI BAGGIO A PAOLO ROSSI
"Al mio risveglio un'altra mazzata. Un grande pilastro del calcio italiano ci saluta. Paolo, Pablito, Paolo Rossi, quasi si dovesse sempre chiamare con nome e cognome: lui non era Rossi lui è, e sempre sarà, Paolo Rossi. Tornano in superficie i dolci ricordi di quando avevo 10 anni, conservati per decenni in uno dei tanti album della mia memoria. Oggi, grazie a Pablito, sfoglio quell'album e tornano a farsi sentire il freddo pungente e la dura canna della bicicletta. Con il mio adorato papà Fiorindo, mancato solo qualche mese fa, percorrevamo quasi 12 chilometri, in due su una bicicletta, per arrivare a Vicenza partendo da Caldogno. Per andare allo stadio Menti a vedere il grande Paolo Rossi. Poi, per tutta la partita, mi aggrappavo alla rete per vederlo giocare e segnare". In una lettera aperta pubblicata dalla 'Gazzetta dello Sport' Roberto Baggio ricorda cosi' Paolo Rossi, scomparso ieri all'eta' di 64 anni. "Erano gli anni dell'Austerity e delle targhe alterne. Erano gli anni in cui cullavo i miei sogni. Pensavo che un giorno avrei anche io giocato in quello stadio, che avrei indossato quella maglia bellissima con la grande R sul petto. Imitando Paolo Rossi avrei potuto realizzare quanto lui e' riuscito a realizzare - ha evidenziato - Vincere un campionato del mondo in finale contro il Brasile. Come Paolo Rossi ha fatto contro la Germania. Vincere il Pallone d'oro. Come Paolo Rossi. Vincere sulla sofferenza di ginocchia doloranti. Come Paolo Rossi. Vincere in un mondo che ha sempre piu' bisogno del sorriso di Paolo Rossi". 
- Il 'Divin Codino' ha svelato che "un meraviglioso viaggio in Cina recentemente ci ha fatto rincontrare. Abbiamo parlato a lungo su quanto avessimo vissuto in comune, e su quanto si sarebbe dovuto fare per un futuro migliore. Soprattutto nel calcio. Oggi Paolo e' volato in cielo lasciandoci tutto quello che il calcio di buono sa offrire. Paolo ha regalato un sogno a milioni di italiani, cosa che a me non e' riuscita. Oggi comprendere il mistero della vita, e dare un perche' alle cose che ci accadono, non e' mai semplice. Cosi', come il vuoto che lascia Paolo nel cuore di sua moglie e dei suoi tre figli a cui va il mio pensiero e la mia comprensione - conclude Baggio - Ciao Paolo, chissa' se infilerai le tue scarpette da calcio quando sarai in cielo. Spero di si, spero che il tuo sorriso arrivi anche li. Noi qui lo ricorderemo a lungo. Buon viaggio Paolo, nell'eterno cielo della luce tranquilla".

TARDELLI: "FRATELLO DI GIOIA, DENTRO DI ME SI E' SPENTA LA LUCE"
"Click. Buio. Stamattina all'alba rispondendo come un'automa alla telefonata di Michel, dentro di me si è spenta la luce. Buio pesto, niente lacrime, niente parole, niente di niente. Solo buio e un ingorgo indescrivibile di emozioni bloccate in gola. A togliermi il respiro. Non ci riesco, mi sono detto, non posso parlare o scrivere di Paolo oggi. Un fratello che se ne va senza un perche' e senza preavviso. Poi ho pensato che negli ultimi tempi ti ho cercato, come in preda al panico, come sentendo qualcosa dentro e non sono riuscito, se non con sms o attraverso Federica, a dirti quello che avrei voluto. E allora forzando il mio carattere chiuso e pieno di pudore, di cui sorridevi divertito e scanzonato, provo a dirtelo qui, fratello sul campo e nella vita. Fratello di gioia, di luce, di pura e totale felicita'. È difficile, direi impossibile per me ricordare tutto quello che abbiamo vissuto insieme. Momenti belli, unici, irripetibili. Insieme nella difficolta'". Marco Tardelli ricorda cosi' il compagno di nazionale, eroe del Mondiale '82, Paolo Rossi, morto ieri all'eta' di 64 anni. "Insieme nel dolore e nell'isolamento di quel mondiale '82 in cui ci sembrava di essere soli contro il mondo e poi improvvisamente padroni del mondo intero. Giovani, invincibili, ci sentivamo persino belli e irresistibili, proprio come ci vedevano allora gli italiani che ci hanno sempre riempito d'amore fino ad oggi con tutta Italia che piange per te", ha aggiunto l'ex centrocampista.  "Il 5 luglio '82, contro il Brasile, sei riuscito a trasformare in gol liberatorio un mio tiro sbilenco che poi ho provato a farti credere fosse un grande passaggio. Ma con te tutto diventava grande. E poi l'11 luglio la nostra risurrezione, il tuo gol, gli abbracci con cui ti abbiamo soffocato, quel sorriso luminoso che non dimenticherò mai, la gioia, la forza, la fratellanza, quel giro di campo con la Coppa, ubriachi di felicita' - ha sottolineato Tardelli - Ma anche molto piu' di questo, le nostre notti in bianco a scherzare nei corridoi, ragazzini che giocano a salvare il mondo. Scherzi telefonici, battute goliardiche assieme a Gaetano e Antonio, e poi quel velo di tristezza che spesso attraversava i tuoi occhi mobili e intelligenti, quel senso enorme di responsabilità verso un Paese che guardava a noi come a un presagio di futuro". "Pertini, Bearzot, il nostro maestro di vita e di calcio e gli italiani tutti. Scamiciati, sudati sugli spalti a piangere e gioire con noi. Finalmente un Paese unito dalla nostra vittoria. Un miracolo, ma il miracolo fatto da un gruppo di ragazzi che ancora oggi, quasi 40 dopo, si sentono famiglia. Chissà se da lassù stai leggendo il disorientamento che viaggia sui messaggi della nostra chat... forse sorridi ripensando a quella esibizione maldestra e emozionata con Francesco De Gregori, solo un anno fa prima che si spegnesse la luce - ha concluso ricordando anche Scirea e Bearzot - E allora Paolo oggi dai un bacio a Gaetano e abbraccia el Vecio anche da parte mia. Cominciate a giocare voi, prima o poi ci rivediamo...".

MALAGO': "GIUSTO DEDICARGLI TITOLO DI CAPOCANNONIERE"
Dedicare a Paolo Rossi il titolo di capocannoniere della Serie A, come proposto da più parti dopo la morte della leggenda del calcio italiano, "è una bella idea" secondo il presidente del Coni, Giovanni Malagò. "È un diritto che devono esercitare la Figc e la Lega Serie A. Non mi permetto di prevaricare ma mi sembra che l'idea sia straordinaria - ha commentato Malagò, a margine della presentazione della partnership fra il Coni ed Esselunga, a Milano -. Abbiamo il dovere di ricordarlo: e' stato lui, con un lavoro di squadra in un meraviglioso gruppo e con un grande allenatore, che ci ha permesso di battere le leggende del calcio e di farci salire sul tetto del mondo, e di renderci, una delle poche volte, orgogliosi e uniti, un unico Paese. Purtroppo la storia dell'Italia non e' stata spesso caratterizzata da situazioni analoghe. Il merito di Paolo Rossi, non solo per quel motivo, va molto, molto oltre le gesta sportive".

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