Il mondo lo ricorderà come l’anno del Covid, il calcio, invece, come l’anno del Bayern Monaco. Il 2020 è stato un trionfo per i bavaresi. Una squadra corretta, aggiustata ma non stravolta, da un ex carneade del calcio europeo, Hans-Dieter Flick, ex Hoffenheim e già secondo di Loew in Nazionale, sconosciuto ai più fino all’estate del 2019, quando fu scelto dal club quasi per scommessa. Eppure fu amore a prima vista: anti-personaggio per natura, sublime aggiustatore (non solo tattico ma anche mentale), Flick ha riacceso la scintilla di un Bayern che da troppo tempo – 7 anni – non era protagonista in Europa.
Nella seconda parte della scorsa stagione, dal 19 gennaio al 23 agosto 2020, il Bayern di Flick ha vinto 25 partite su 26, alzando 5 trofei in poche settimane: Meisterschale, Coppa e Supercoppa di Germania, Champions League e Supercoppa Uefa. E se non sarà “sextete”, nel 2020, è solo perché il Mondiale per club è stato rinviato a febbraio. Altrimenti, forse, avrebbe stravinto pure lì. Perché il gioco prodotto, i gol segnati (con numeri da record in Europa) e i risultati ottenuti continuano a essere impressionanti. Alla fine di questa stagione ci sono buone probabilità (è un eufemismo…) che i bavaresi alzino al cielo il nono Meisterschale consecutivo. La Juve di Germania non ha fatto rivoluzioni in estate: appena un paio di aggiustamenti e la conferma, ovviamente in toto, del calcio distruttivo (per gli avversari) di Flick, imbattuto in Europa nel 2020. Anche il Covid ha avuto la peggio, in un certo senso, con i bavaresi, prima squadra di calcio al mondo a promuovere lo "smart training", lo scorso marzo, con cui nel momento peggiore della storia del calcio post bellico, il Bayern si preparò - da remoto - a diventare la squadra dell’anno.
LEWANDOWSKI (QUASI) PALLONE D’ORO
Il 2020 è stato anche l’anno di Robert Lewandowski. Il super bomber classe 1988 di Varsavia, che ha in Baggio e Del Piero gli idoli della sua infanzia, ha fatto meglio di tutti, anche di Messi e Cristiano Ronaldo, chiudendo la passata stagione con la cifra pazzesca di 55 gol in 47 partite, uno ogni 75 minuti, capocannoniere in tutte le competizioni a cui ha partecipato, dalla Bundesliga con il record di sempre di 34 reti, alla Champions alzata al cielo in Portogallo con addirittura 15 centri totali, mancando solo l'appuntamento con la finale con il Psg al Da Luz.
Solo il Covid e la scelta di France Football di non assegnare il Pallone d'Oro in questo anno disgraziato gli hanno tolto il più prestigioso dei riconoscimenti che avrebbe meritato e che gli avrebbe permesso di sedersi al tavolo dei più grandi. Sì, perché l'umiltà è anche una delle caratteristiche principali del super bomber del Bayern Monaco, che non si sente ancora all'altezza di mangiare al fianco di Messi e CR7. Low profile ma con una fame atavica di vincere tutto, come dimostrano i 20 gol già segnati in questa stagione, 17 in 12 partite di Bundes, 3 in 4 di Champions. Il Triplete appena conquistato e il FIFA The Best non lo hanno per niente saziato, anzi nel 2021 vuole vincere ancora tutto. La Lazio e Immobile, che seconda beffa della sua straordinaria annata gli ha già soffiato la Scarpa d'Oro segnando 35 gol in Serie A, una rete in più del polacco, cercheranno di fermare il 9 più forte del pianeta agli ottavi di Champions, in quella che oggi sembra proprio una missione impossibile.