Enda è una parola che in lingua Swahili significa “Vai!”. Enda Running è il primo marchio di scarpe da corsa interamente made in Kenya. Vien da dire, non poteva essere altrimenti! Tradizione, passione, predisposizione naturale al gesto atletico che si fanno spirito di iniziativa e rischio d’impresa: nasce così la sfida ai grandi marchi dello sport, con l’idea di “condividere la gioia e l’emozione della corsa - racconta Navalayo Osembo, CEO di Enda - sentendosi parte di una community globale le cui radici affondano proprio nel Paese degli altopiani, nella Rift Valley, dove nascono e si allenano i più forti maratoneti al mondo. E diventare un grande simbolo di speranza e di ripartenza anche dopo l’incubo della pandemia”.
Un progetto frutto della passione e della visione di due persone: una donna keniota, Navalayo Osembo, avvocato di professione, e un americano, Weldon Kennedy, giovane manager specializzato nell’ambito della cooperazione internazionale con l’hobby del running. “In questi ultimi anni il Kenya è stato quasi colonizzato dal punto di vista sportivo” spiega Navalayo Osembo. “I grandi coach vengono qui ogni anno a cercare i giovani talenti della corsa, i brand internazionali sponsorizzano i migliori maratoneti keniani, ma non esiste nel Paese nessuna economia basata sul running. Ci siamo detti che era il momento di crearla”. Il progetto Enda nasce così nel 2016 attraverso una campagna di crowfunding.
Il simbolo che campeggia sul logo è la punta di una lancia, adattata proprio dalla bandiera keniana, vessillo dell’identità nazionale. La prima scarpa ad essere realizzata si chiama Iten, che prende il nome dalla cittadina della Rift Valley dove negli ultimi 30 anni sono cresciuti e si sono allenati i più forti maratoneti al mondo. Collocata a 2400 metri sul livello del mare, Iten è la sede della St Patrick’s High School, fucina di grandi campioni, da Dennis Kimetto a Eliud Kipchonge alla nuova primatista mondiale Brigid Kosgei, solo per citare i più famosi. La Iten è una scarpa leggera e performante, progettata per corridori più veloci. A questa è seguita la Lapatet (che in lingua Kalenjin, la più parlata dagli atleti kenioti, significa correre), pensata per l’allenamento e per tutti coloro che viaggiano a ritmi più normali, e poi anche una versione per gli amanti del trail, chiamata Koobi Fora.
La sfida più grande, oggi, è quella di poter avere l’intera filiera in Kenya, visto che i materiali per la produzione vengono ancora trasportati in loco e questo pone dei limiti in termini numerici rispetto ai grossi brand che fanno tutto in Estremo Oriente. Le scarpe Enda vengono interamente assemblate a Nairobi, dove ha sede anche l’ufficio stile. Fin dalle prime versioni sono stati inseriti una serie di elementi culturali che rimandano immediatamente al loro essere made in Kenya.
Il prossimo mese di marzo i modelli “Primavera-Estate 2021” arriveranno anche in Italia, il primo fra i paesi europei ad abbracciare la causa delle scarpe made in Kenya grazie a Marco Rocca che quasi venti anni fu l’artefice dell’arrivo in Italia del marchio Brooks: “Abbiamo messo in piedi un team molto motivato. Le Enda sono delle scarpe per chi ama correre e per chi vuole sentirsi parte di un progetto più grande. Un progetto in cui i concetti di sostenibilità e di solidarietà hanno letteralmente i piedi per terra”.
Enda è infatti l’unico marchio di scarpe da running al mondo ad aver ottenuto la certificazione internazionale B Corp, che ha riconosciuto l’altissimo grado di impatto sociale del progetto: quello sullo sviluppo economico grazie alla creazione di posti di lavoro, sia direttamente in azienda che nell’indotto, e quello di supporto alle comunità locali attraverso la Enda Community Foundation (una parte del prezzo di acquisto delle scarpe a sostenere dei progetti educativi in Kenya). Non ultimo, a ciò si aggiunga la riduzione dell’impatto ambientale che fa di Enda le prime scarpe da corsa al mondo a impatto zero (certificazione Climate Neutral).