Kevin Benavides e Stephane Peterhansel sono i campioni della Dakar 2021 nelle categorie moto e auto. La prima vittoria in carriera dell’argentino e la quattordicesima (ottava nella categoria auto) del francese passano però in secondo piano davanti alla terribile notizia della morte di Pierre Cherpin: fatali le conseguenze della caduta nella 7a tappa, il biker è deceduto nel trasferimento dall’Arabia Saudita alla Francia.
MOTO
Proprio poco dopo la fine della 12a e ultima tappa della Dakar 2021, 447 chilometri totali per 200 di speciale (percorso leggermente accorciato rispetto al programma iniziale) con partenza da Yanbu e arrivo a Jeddah, gli organizzatori del rally-raid hanno comunicato la notizia della morte di Pierre Cherpin: il pilota francese, concorrente della categoria Original by Motul (quella senza assistenza al seguito) è deceduto nel trasferimento dall’Arabia Saudita alla Francia, dopo cinque giorni di coma indotto per le gravi conseguenze di una caduta nella settima tappa. Passa così in secondo piano l’aspetto sportivo, nonostante lo spettacolo offerto dai fenomeni dell’off-road. Merita comunque tutti i complimenti, da parte di appassionati e non, Kevin Benavides, che conquista per la prima volta in carriera il rally-raid più importante al mondo in sella alla Honda del team Monster Energy, squadra che festeggia anche la vittoria di tappa grazie a Ricky Brabec, cui comunque non bastano 2’17” di distacco rimontare lo svantaggio di inizio giornata e replicare la vittoria della Dakar 2020. Alla fine Benavides ha la meglio e completa le dodici frazioni in 47 ore, 18 minuti e 14 secondi, con un vantaggio di 4’56” sull’americano. Soddisfazione per la Honda, che ottiene una doppietta che mancava dal 1987 (allora ad assicurare alla Casa nipponica primo e secondo posto furono i mitici Cyril Neveu ed Edi Orioli). Non riesce a rimontare nemmeno Sam Sunderland, secondo prima della partenza di Yanbu: il pilota del team Red Bull Ktm ha grossi problemi di navigazione nella prima metà della tappa e arriva al traguardo a oltre 13 minuti, scivolando al terzo posto nella classifica generale finale, a 15’57” da Benavides. Per il britannico è comunque il podio numero tre in carriera, dopo la vittoria del 2017 e il terzo posto del 2019.
AUTO
Nessuna sorpresa nell’ultima frazione nella più importante categoria a quattro ruote della Dakar: la vittoria finale va infatti a Stephane Peterhansel, campione di costanza nell’edizione di quest’anno e vincitore per la quattordicesima volta (record assoluto aggiornato) del rally-raid, conquistato per l’ottava volta nella categoria auto, a trent’anni esatti dalla Parigi-Tripoli-Dakar vinta nel 1991 sulle due ruote, in sella alla Yamaha. A ‘Mister Dakar’, alfiere del team X-Raid Mini Jcw assistito dal navigatore Edouard Boulanger, non serve forzare nella frazione che riporta i piloti a Jeddah due settimane dopo il prologo nella seconda città più popolosa dell’Arabia Saudita: a vincere la tappa di oggi, infatti, è il compagno di squadra Carlos Sainz, che sigilla in questo modo il terzo posto assoluto e il quinto podio in una corsa che ha vinto per tre volte nella sua carriera, l’ultima lo scorso anno. Nulla da fare per l’unico pilota che, almeno sulla carta, avrebbe potuto impensierire Peterhansel per la vittoria finale, Nasser Al-Attiyah (Toyota Gazoo Racing): il qatariota rosicchia 40” al francese, troppo poco rispetto al quarto d’ora che aveva ancora da recuperare. Ad Al-Attiyah resta comunque la soddisfazione del nono podio in carriera alla Dakar (tre le vittorie) e del più alto numero di tappe vinte fra le auto nell'edizione appena conclusa, ben sei su tredici (prologo compreso).