I VOTI ALLA SERIE A

Pagelle del girone d'andata: Milan su tutti, ma c'è una grande Atalanta

Gli inciampi dell'Inter, la discontinuità del Napoli e gli interrogativi sulla Juve rendono interessantissima la lotta al vertice

Serie A, ecco la top 11 del girone di andata

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Finito un girone, se ne fa un altro. Bella scoperta, ma mai come in questa stagione anomala la frase rende l’idea della velocità, del ritmo incredibile a cui si sta giocando. Eppure per tradizione la fine del girone d’andata segna un punto di discontinuità e rappresenta l’ora dei bilanci. Proviamo allora a giudicare l’andata dalle grandi, soprattutto in base alle aspettative e alle ambizioni di partenza.

MILAN 8,5

Se non ci fossero quei due momenti di black-out a San Siro contro Juventus e Atalanta, sarebbe molto vicino alla perfezione. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla presenza dei rossoneri a questo livello dopo metà campionato. Questa straordinaria prima parte della stagione è sicuramente frutto della commistione tra la grande preparazione di Stefano Pioli e il potere condizionante della personalità di Zlatan Ibrahimovic. Che Pioli fosse un ottimo allenatore non è mai stato in dubbio, forse gli mancava proprio quell’elemento catalizzante capace di far svoltare tutto, di tenere sempre il resto della squadra in una condizione di iperattività e di cattiveria agonistica. Per tutto il girone d’andata la domanda è stata: quanto durerà questo Milan. Per ora sta durando.

Punto di forza: l’entusiasmo.

Punto debole: la panchina corta (finora).

INTER 7,5

Il capolavoro tattico e agonistico della vittoria contro la Juventus sarebbe da 9, ma poi lungo il percorso ci sono stati degli inciampi imprevisti, tipo quello rimediato sul campo della Sampdoria. Sembra passata la vecchia idiosincrasia per gli scontri diretti, che l’anno scorso aveva precluso la possibilità di vincere il titolo, ma forse manca ancora qualche alternativa alla soluzione Lukaku-Lautaro. Quando si inceppano loro, diventa tutto molto più complicato. Certo non è mai stato un obbligo per Antonio Conte vincere lo scudetto, ma se da una parte sembra colmato il gap con la Juventus, sembra essersene aperto uno con il Milan. Dal mercato non arriverà nulla e adesso tocca all’allenatore passare da questo 7,5 a un 10 che significherebbe scudetto.

Punto di forza: le doti atletiche.

Punto debole: l’eccessiva dipendenza da Lukaku-Lautaro.

ROMA 7

Hanno tutti negli occhi la notte drammatica dell’eliminazione in Coppa Italia contro lo Spezia, la pesante crisi di nervi seguita a quelle ore convulse. Ma la Roma di questa prima metà stagione non è stata solo quella. Anzi. Paulo Fonseca, al di là dei recenti attriti con Dzeko e con una parte della squadra, è un allenatore che ha alcune ottime idee di calcio, soprattutto offensivo. Lo ha dimostrato valorizzando il talento di Mkhytarian e di Lorenzo Pellegrini. È mancata invece la continuità, soprattutto è mancata l’attitudine ad affrontare gli scontri diretti con le dirette rivali per le prime posizioni. L’attuale terzo posto è in linea con le aspettative dell’estate, ma l’impressione è che si poteva e si doveva fare di più per approfittare della grande incertezza di questa stagione.

Punto di forza: elevata cifra tecnica.

Punto debole: terrore degli scontri diretti.

JUVENTUS 7

Fa strano vedere la squadra bianconera così attardata rispetto alla testa della classifica, ma qualche attenuante può essere costituita dalle numerose assenze che si sono succedute durante questa prima parte della stagione. La squadra bianconera ci ha messo parecchio a far vedere la sua vera identità, ma in questo inizio di 2021, se si eccettua il black-our totale contro l’Inter, la strada maestra sembra ritrovata. Sicuramente la rosa a disposizione dell’allenatore è ricca sia quantitativamente che qualitativamente, si tratta solo di darle un aspetto credibile, magari recuperando anche qualche elemento rimasto attardato rispetto al gruppo tipo Dybala e magari aggiungendoci qualche alternativa in attacco.

Punto di forza: la ricchezza della rosa.

Punto debole: l’inesperienza di Pirlo.

ATALANTA 8

Un girone d’andata che ha cancellato tutti i record sociali. L’eterno interrogativo quando si parla di questi ragazzi terribili è: ma quanto dureranno? Durano, durano. Possono avere dei momenti di leggero appannamento, che vengono immediatamente archiviati con il ritorno a prestazioni strepitose. Segnano gol a raffica, sia con gli attaccanti sia con tutto il resto della squadra, difensori compresi. E adesso sono lì in alto, sono qualificati per gli ottavi di Champions con una voglia pazza di stupire ancora, hanno cancellato il caso Papu Gomez con una disinvoltura che sicuramente fa invidia alle grandi squadre.

Punto di forza: la coesione squadra-società.

Punto debole: il doppio impegno gravoso campionato-Champions.

NAPOLI 6

Il gattusismo si trova in una fase di involuzione che rischia di diventare pericolosa, generando dubbi nella tifoseria e nella dirigenza. Alti e bassi sconcertanti, partite vinte giocando benissimo tipo quella contro la Roma e partite perse giocando malissimo come l’ultima di Verona. Non vanno dimenticate attenuanti come l’assenza “colposa” e prolungata di Osmihen, ma la differenza tra il miglior Napoli e il peggior Napoli è davvero abissale. Si è perso per strada Fabian Ruiz, lasciando la leadership del centrocampo a Bakayoko, non si è quasi mai visto Mertens e adesso Insigne è entrato in un tunnel pericoloso. Siamo lontani dall’optimum.

Punto di forza: il centrocampo.

Punto debole: la discontinuità.

LAZIO 7

Le quattro vittorie consecutive, con l’apoteosi nel derby contro la Roma, hanno riportato entusiasmo in un ambiente che rischiava di spegnersi un po’ anche per il continuo palleggio Lotito-Inzaghi su un rinnovo contrattuale che da tempo viene dato per imminente e che poi in realtà non è mai stato firmato, rinvii condizionati anche da periodici dubbi reciproci. Adesso però sembra che tutto stia andando nel modo giusto, la squadra si è rimessa in carreggiata e aspetta di essere al completo per dare il meglio di sé. Potrebbe essere il momento giusto per dare l’assalto alle squadre che precedono i biancocelesti in classifica, prima di entrare nel vortice Champions.

Punto di forza: l’attacco atomico.

Punto debole: poche alternative ai titolari.

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