Se la Juve è ancora un cantiere, ora perlomeno si iniziano a vedere chiaramente le fondamenta. Con la trasferta di Genova con la Sampdoria diventano quattro le partite consecutive senza gol subiti: dopo la batosta di San Siro, in pratica, i bianconeri hanno lasciato la porta inviolata in Supercoppa, coppa Italia e due volte in campionato. Mettendo oltretutto a segno dieci gol in totale. La doppia semifinale di coppa Italia contro l'Inter servirà per capire se davvero c'è stata una svolta.
Pirlo, di sicuro, ha un'arma in più. La prova di Chiellini a Marassi ha regalato nuove e vecchie certezze alla difesa bianconera, che sembra essere tornata quella che concedeva poco o nulla agli avversari. Casomai ci sarebbe da riflettere su certe pause che la squadra si prende durante la partita, come è successo a Genova nel corso della ripresa. Ranieri, spaventato dalla forza offensiva avversaria, ha ritoccato il suo sistema di gioco usando Ekdal come perno davanti alla difesa chiamato spesso ad aiutare il reparto arretrato.
D'altra parte contro una squadra che cerca costantemente di portare almeno 6 uomini tra il fronte offensivo e la trequarti, il rischio dell'inferiorità numerica è sempre alto. Per una parte della gara la Juve ha saputo macinare il suo gioco anche se non sempre si capiva il ruolo assegnato ad Arthur, che spesso accompagnava Bentancur nell'avvio dell'azione e altre volte si trasformava in mezzala libera di inserirsi in avanti come contro il Bologna. Il resto della fase offensiva era, come al solito, affidata all'occupazione delle fasce con Cuadrado e Chiesa e della trequarti e del centro dell'area con McKennie, Morata e Ronaldo, che non hanno un ruolo fisso ma devono scambiarsi posto e funzioni con il rischio, a volte, di inceppare la manovra. La qualità media è talmente alta, però, da permettere ai bianconeri di pescare il jolly in ogni occasione, basta vedere l'azione che ha portato al gol di Chiesa.
L'impressione, comunque, è che questa sia una squadra che abbia bisogno di essere aggressiva appena perde la palla perché, quando non succede, rischia di farsi infilare con facilità. Per questo il ritorno ad alti livelli di Chiellini, capace di risolvere anche le situazioni più complesse, è un'arma fondamentale per il futuro di Pirlo.