I Dallas Mavericks espugnano Atlanta 122-116 nella notte Nba e interrompono una serie di sei sconfitte consecutive: 27 punti di Doncic e 24 di Porzingis rendono inutili i 19 dalla panchina di un buon Gallinari. Philadelphia prosegue la corsa ad Est battendo Charlotte 118-111 (Embiid 34), George fa 8/9 da tre nel 121-99 dei Clippers sui Cavs. Bucks, Thunder, Spurs, Pelicans e Kings vincono in casa, colpi esterni per Knicks e Wizards.
ATLANTA HAWKS-DALLAS MAVERICKS 116-122
Termina dopo sei sconfitte consecutive la serie negativa dei Mavericks, che alla State Farm Arena provano a riaccendere un motore che pareva essersi inceppato in modo quasi irrisolvibile. Non potevano che essere Luka Doncic e Kristaps Porzingis i protagonisti del successo, maturato nelle ultime battute del match: 27 punti e 14 assist per lo sloveno, 24 con 11 rimbalzi per il lungo lettone, entrambi a segno negli ultimi secondi per rintuzzare il tentativo di rimonta degli Hawks. Bene anche Tim Hardaway jr, che reagisce alla ‘bocciatura’ da parte di coach Rick Carlisle (che gli preferisce in quintetto Dorian Finney-Smith) mettendo a segno 22 punti con 5 triple su 10 tentativi. Gli Hawks hanno il merito di lottare fino alla fine ma non riescono ad evitare la seconda sconfitta consecutiva, nonostante 35 punti (career-high) e 12 rimbalzi di John Collins, 21 di Trae Young e Kevin Huerter (per il prodotto di Maryland anche 10 assist) e 19 dalla panchina, in 20’, di un Danilo Gallinari infallibile dalla lunetta (9/9).
CHARLOTTE HORNETS-PHILADELPHIA 76ERS 111-118
Nell’attesa sfida fra Joel Embiid, miglior giocatore a Est a gennaio, e il rookie del mese LaMelo Ball, a sorridere è il campione camerunense, che guida i Sixers alla quarta vittoria consecutiva in stagione con una prestazione da 34 punti e 11 rimbalzi, frutto di un a dir poco efficace 11/18 dal campo. Per Philadelphia, che consolida il primato nella Eastern Conference, si segnala anche un Tobias Harris da 26 punti, mentre Ben Simmons, al solito, flirta con la tripla-doppia mettendo a tabellino 15 punti, 9 assist e 6 rimbalzi. Dall’altra parte Ball, che parte titolare per l’assenza di Terry Rozier, mette a segno 22 punti con il 50% al tiro, aggiungendo 7 rimbalzi ma collezionando anche 6 palle perse. 22 punti anche per Gordon Hayward, ma non basta ad evitare il primo ko dopo tre vittorie di fila.
CLEVELAND CAVALIERS-LOS ANGELES CLIPPERS 99-121
È un super Paul George a trascinare i Clippers a una vittoria che vale l’aggancio a Utah in testa alla Western Conference a livello di differenziale fra partite vinte e perse (16-5 il record dei Jazz, 17-6 quello dei losangelini). L’ex Indiana e Oklahoma City firma 36 punti con un pazzesco 8/9 da tre, guidando l’allungo dopo l’intervallo assieme ai 24 punti di Kawhi Leonard e ai 15, partendo dalla panchina, di Lou Williams. Affrontare la miglior squadra della Nba per percentuali dalla distanza (42.3%) si rivela un cattivo affare per i Cavs, cui non bastano 27 punti di Collin Sexton e 23 di Darius Garland per evitare la quinta sconfitta nelle ultime sette partite.
SACRAMENTO KINGS-BOSTON CELTICS 116-111
I Kings vogliono effettivamente dire qualcosa in questa stagione: dopo un inizio non facile, la squadra allenata da Luke Walton sembra aver trovato la quadratura del cerchio e contro Boston conquista il quinto successo nelle ultime sei partite, trascinata da un De’Aaron Fox da 26 punti e 11 assist. A livello di cifre non delude il veterano Harrison Barnes, che mette a segno 24 punti, e dalla panchina Tyrese Haliburton (nominato rookie del mese di gennaio ad Ovest) ne aggiunge 21 con 5/9 dalla distanza. I Celtics provano a restare incollati alla partita fino alla fine con 27 punti, 10 assist e 9 rimbalzi di Jayson Tatum (che però tira 2/10 da tre), oltre ai 21 di Jaylen Brown e alla doppia-doppia da 17 punti e 13 rimbalzi di Tristan Thompson, ma alla fine arriva il ko numero 6 nelle ultime nove uscite stagionali. La crisi è aperta.
MILWAUKEE BUCKS-INDIANA PACERS 130-110
Non c’è partita al Fiserv Forum: i Bucks volano grazie a un super Giannis Antetokounmpo e archiviano la pratica già dopo tre quarti, arrivando a superare anche i 30 punti di vantaggio. Il greco mette a referto una tripla-doppia da 21 punti, 14 rimbalzi e 10 assist restando in panchina per tutto il quarto periodo, ma è la prestazione di squadra a convincere complessivamente, giacché tutto il quintetto va in doppia cifra pur rifiatando nel finale, e dalla panchina l’impatto di Bryn Forbes (20 punti) e Bobby Portis (18) è più che sufficiente per evitare che i Pacers possano anche solo sognare la rimonta. A Indiana non può così bastare il career-high da 33 punti di Domantas Sabonis, che aggiunge anche 12 rimbalzi e 6 assist: dietro il figlio di Arvydas c’è letteralmente il vuoto.
NEW ORLEANS PELICANS-PHOENIX SUNS 123-101
Quando Zion gioca così, difficilmente i Pelicans perdono: la prima scelta assoluta del Draft 2019 schianta i Suns con una prestazione da 28 punti con un pazzesco 12/14 complessivo (anche 1/1 da tre, non proprio la sua specialità), ed è ben assistito da un Brandon Ingram da 23 punti, oltre che dall’energia di Lonzo Ball, che ne firma 18, e dai punti dalla panchina di Josh Hart e J.J. Redick, che ne aggiungono 10 ciascuno. Per Nicolò Melli solo 5’39” sul parquet, con zero punti. Passaggio a vuoto quasi fisiologico invece per Phoenix, proveniente da tre vittorie consecutive, le ultime due delle quali piuttosto sofferte: Devin Booker segna 25 punti ma non basta, Chris Paul ne firma solo 10, con 4 assist, e coach Monty Williams preferisce farlo rifiatare in un finale già segnato.
SAN ANTONIO SPURS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 111-108
Gli Spurs non potevano trovare avversario migliore per rialzarsi a seguito della doppia scoppola consecutiva contro Memphis: Minnesota, ultima nella conference, gioca in realtà molto bene per i primi tre quarti, arrivando all’ultimo mini-intervallo sul +11 grazie alla serata da 29 punti di Mailk Beasley e ai 20 di D’Angelo Russell, ma San Antonio domina l’ultimo periodo, vinto con un parziale di 32-18, e conquista il successo finale con un DeMar DeRozan da 30 punti e 10/19 dal campo (curiosamente nessuna tripla tentata per l’ex Toronto). Bene anche Jakob Poeltl, schierato al posto dell’infortunato LaMarcus Aldridge e autore di 19 punti, e Dejounte Murray, autore di una doppia-doppia da 15 punti e 11 assist. Spurs ottavi ad Ovest, con un record di 12 vinte e 10 perse.
MIAMI HEAT-WASHINGTON WIZARDS 100-103
È un Bradley Beal da record quello che trascina Washington alla seconda vittoria nelle ultime tre partite stagionali: con i 32 punti segnati agli Heat, il 27enne nativo di St. Louis si conferma miglior marcatore della Nba di quest’anno mettendo a segno la 17a prestazione consecutiva da almeno 25 punti, portando a 34.8 la media stagionale. Grazie alle giocate di Beal, Washington non sente affatto la mancanza di Russell Westbrook, tenuto a riposo da coach Scott Brooks, e ha la meglio su una squadra in piena crisi, alla settima sconfitta nelle ultime otto nonostante 20 punti di Tyler Herro (che sbaglia la tripla del possibile pareggio allo scadere) e 19 di Jimmy Butler. I tempi delle Finals, giocate neanche quattro mesi fa, sembrano lontanissimi.
OKLAHOMA CITY THUNDER-HOUSTON ROCKETS 104-87
Si ferma a sei vittorie consecitive la striscia vincente di Houston, che crolla in casa dei Thunder (appena alla seconda vittoria interna) a quarantott’ore di distanza dal successo ottenuto contro lo stesso avversario, sempre alla Chesapeake Energy Arena. Partita senza storia con ampio garbage time e cifre non entusiasmanti, da una parte e dall’altra: ai Thunder bastano cinque uomini in doppia cifra guidati dai 19 punti di Kenrich Williams, partito dalla panchina, mentre fra i titolari, tra i quali manca Shai Gilgeous-Alexander (fermato da un problema al ginocchio), si segnala la doppia-doppia da 18 punti e 12 rimbalzi di Darius Bazley. Ai Rockets, dall’altra parte, non sono sufficienti 22 punti di Eric Gordon e 19 di Victor Oladipo: Christian Wood si ferma a 8 e coach Stephen Silas gli risparmia gli ultimi minuti, con il risultato ormai acquisito.
CHICAGO BULLS-NEW YORK KNICKS 103-107
Così come Okc, anche New York vendica la sconfitta contro lo stesso avversario, Chicago, subita due giorni prima: allo United Center, Julius Randle è il protagonista principale del successo dei Knicks, grazie a 27 punti complessivi e ad un ottimo 5/7 dalla distanza. Molto bene anche Elfrid Payton, che mette a segno 20 punti tornando a brillare dopo un lungo periodo negativo. I Bulls, che restano in partita fino alla fine ma non riescono ad evitare il quarto ko nelle ultime cinque, si confermano squadra interessante ma poco profonda. I 24 punti di Zach LaVine non possono bastare per la vittoria, soprattutto se Lauri Markkanen, reduce da due partite consecutive da almeno 30 punti, si ferma a 9 con un modesto 3/8 al tiro.