Nove le partite nella notte Nba: i Celtics battono 119-115 i Clippers in trasferta (34 per Tatum), Toronto supera i Nets 123-117, ma Brooklyn recrimina per il protocollo anti-Covid, che costringe Durant prima a partire dalla panchina, e poi a uscire a terzo periodo inoltrato. Vola Utah contro Charlotte (138-121), i T-Wolves battono Okc nel finale (106-103). Vucevic 43 nel 123-119 di Orlando su Chicago, bene Pelicans, Bucks, Heat e Suns.
LOS ANGELES CLIPPERS-BOSTON CELTICS 115-119
Pur senza i favori del pronostico alla vigilia, i Celtics non ci stanno a chiudere il trittico di partite in California con un bilancio negativo e conquistano, grazie a un’ottima prova soprattutto dopo l’intervallo, la vittoria in casa dei Clippers. È il terzo periodo quello in cui Boston fa la voce grossa, con un parziale di 38-20 che permette alla squadra di Brad Stevens di rimontare il -11 di metà partita. Nell’ultimo periodo, poi, le giocate di un grande Jayson Tatum (34 punti alla sirena per lui), unite alla consistenza di Kemba Walker (24, con 7/12 da due punti) permettono alla squadra ospite di festeggiare nonostante l’assenza di Jaylen Brown, tenuto a riposo per un fastidio al ginocchio. I Clippers, senza Paul George (fuori per un problema al piede destro), vantano un Kawhi Leonard da 28 punti e 11 rimbalzi, ma non basta ad evitare il secondo ko nelle ultime tre uscite.
BROOKLYN NETS-TORONTO RAPTORS 117-123
Che pasticcio al Barclays Center! Più della vittoria di Toronto fa parecchio discutere la gestione curiosa (per non dire spiazzante) gestione del protocollo anti-Covid riguardo alla presenza di Kevin Durant. Il due volte Mvp delle Finals ai tempi di Golden State ha prima il via libera per entrare soltanto a partita iniziata (è il suo primo match iniziato dalla panchina in 14 anni di carriera), poi è costretto, sempre per decisione della Nba per le politiche di tracciamento di possibili contagi, a lasciare la contesa a terzo periodo inoltrato, dopo aver giocato 19 minuti e segnato 10 punti, lasciando di stucco gli addetti ai lavori. Senza il suo leader, Brooklyn perde colpi nell’ultimo periodo: James Harden (17 punti e 12 assist) e Kyrie Irving (solo 15) non riescono a cambiare marcia e dall’altra parte i Raptors ne approfittano grazie soprattutto ai 33 punti di Pascal Siakam (che aggiunge 11 rimbalzi) e ai 30 di Kyle Lowry. Ma la gestione del caso-Durant, che di fatto ha falsato il risultato finale, impone una riflessione, a livello di organizzazione della Lega, sui protocolli anti-Covid.
CHARLOTTE HORNETS-UTAH JAZZ 121-138
La vittoria numero 14 nelle ultime 15 partite stagionali è l’ennesimo gioiello da parte dei Jazz, sempre più leader della Western Conference. Quella di Utah è una partita di personalità, in cui brillano un Bojan Bogdanovic da 31 punti (7/10 dalla distanza) e la prestazione da 30 punti, con 10/18 al tiro, di Donovan Mitchell. Se il solito, efficace Rudy Gobert aggiunge poi 12 punti e 15 rimbalzi, e dalla panchina Joe Ingles firma una doppia-doppia da 10 punti e 11 assist, la vittoria non può che arrivare automaticamente. Charlotte ha il merito, dopo essere arrivata anche a -25 nel terzo periodo, di rientrare in partita fino al -9 nel finale grazie ai 34 punti complessivi di LaMelo Ball (per lui anche 8 assist e nessuna palla persa), ma a parte 25 punti e 10 rimbalzi di Gordon Hayward gli altri giocatori in canotta Hornets deludono e il -17 alla sirena finale è inevitabile.
OKLAHOMA CITY THUNDER-MINNESOTA TIMBERWOLVES 103-106
La vittoria esterna, per i Timberwolves, mancava dallo scorso 27 dicembre (tra l’altro contro gli Utah Jazz, che si sarebbero ampiamente ripresi): il ritorno al successo in trasferta arriva 40 giorni dopo grazie al canestro vincente di D’Angelo Russell, a 2.9 secondi dalla fine, che permette alla squadra allenata da Ryan Saunders di tornare negli spogliatoi con un sorriso al di là del record abbondantemente negativo. Russell chiude la sua partita con 21 punti a referto, tre in meno rispetto a Malik Beasley, miglior marcatore dei suoi. Il top scorer della serata, in realtà, è Al Horford (26 punti), che indossa la canotta di Okc, ma né la sua prestazione né quella di un generoso Hamidou Diallo (che segna 16 punti e distribuisce 10 assist, ma sbaglia la tripla del potenziale pareggio allo scadere) servono ad evitare il nono ko stagionale in 21 partite giocate.
INDIANA PACERS-NEW ORLEANS PELICANS 113-114
Dopo aver battuto i Suns a casa propria, i Pelicans replicano in trasferta, sul parquet dei Pacers, approfittando nel migliore dei modi di un efficace Zion Williamson da 18 punti (per lui anche la soddisfazione di superare quota 1.000 in carriera), della gran serata di Brandon Ingram, che ne segna 30 (gli ultimi due decisivi per il successo, negli ultimi secondi) e della solida prova di Lonzo Ball, che mette a segno 20 punti e raccoglie 9 rimbalzi. Bene anche Steven Adams, che mette a tabellino una doppia-doppia da 12 punti e altrettanti rimbalzi. Assente, per decisione tecnica di coach Stan Van Gundy, Nicolò Melli. Dall’altra parte non bastano 22 punti di Justin Holiday: a ‘tradire’ sono Donamtas Sabonis, che si ferma a quota 8, e Myles Turner, che segna solo 12 punti e sbaglia sulla sirena finale il tiro che avrebbe consegnato la vittoria ai padroni di casa.
MIAMI HEAT-WASHINGTON WIZARDS 122-95
Si chiude in maniera amara la ‘magica’ serie di Bradley Beal, che dopo aver segnato almeno 25 punti nelle prime 17 partite stagionali chiude a quota 7, con un inguardabile 1/14 al tiro sbagliando le prime 13 conclusioni, in quella che è una sconfitta senza appello contro gli Heat. Il fatto che i 18 punti di Alex Len, non proprio il primo terminale offensivo della squadra di Scott Brooks, siano la miglior prestazione in casa Wizards (Russell Westbrook si ferma a quota 13, tirando solo 4/9) la dice lunga su chi abbia dominato all’American Airlines Arena: Miami è letteralmente trascinata da Bam Adebayo nelle fasi iniziali (15 dei 21 punti complessivi del prodotto di Kentucky arrivano nel primo quarto, record personale in un singolo periodo), mentre nel resto del match l’allungo decisivo porta la firma di Kendrick Nunn, che ne aggiunge 25 dalla panchina, Tyler Herro, che segna 17 punti, e Jimmy Butler, che sfiora la tripla-doppia don 14 punti, 9 assist e 8 rimbalzi.
ORLANDO MAGIC-CHICAGO BULLS 123-119
Restano probabilmente la squadra più deludente, in tutta la Nba, rispetto alle aspettative iniziali, ma i Magic provano a scrollarsi di dosso le incertezze e grazie a una prova maiuscola di Nikola Vucevic conquistano un bel successo contro i Bulls. Il montenegrino è decisivo per la vittoria e le sue cifre sono quasi irreali: 43 i punti realizzati (career-high), ben 19 i rimbalzi raccolti. E sul suo tabellino ci sono anche 4 assist e una stoppata, tanto per gradire. Troppo perché Chicago possa ribaltare un successo maturato nei primi tre quarti: nel finale Zach LaVine (26 punti) e Patrick Wiliams (20) provano a scuotere la squadra allenata da Billy Donovan, ma la rimonta è frustrata tanto da Vucevic quanto da Evan Fournier, protagonista dell’allungo decisivo negli ultimi secondi e di una prestazione da 20 punti complessivi.
CLEVELAND CAVALIERS-MILWAUKEE BUCKS 105-123
La terza vittoria consecutiva per i Bucks arriva senza particolari difficoltà contro una Cleveland mai in partita, nonostante sette uomini in doppia cifra guidati dai 19 punti di Collin Sexton. Dall’altra parte, però, non c’è soluzione contro Giannis Antetokounmpo: il greco chiude il match con 33 punti a tabellino, uno score arricchito da 12 rimbalzi, 4 assist e altrettante stoppate. Grazie alla prestazione dell’Mvp delle ultime due regular season, non serve nemmeno che i compagni forzino particolarmente: buone, comunque, le prove di Jrue Holiday, che segna 17 punti, e Bobby Portis, che ne aggiunge 14 dalla panchina. Milwaukee stacca così in classifica i Brooklyn Nets portandosi al secondo posto da sola, con una partita e mezza di ritardo sui Philadelphia 76ers.
PHOENIX SUNS-DETROIT PISTONS 109-92
Successo senza particolari difficoltà anche per Phoenix, quasi sempre in doppia cifra di vantaggio e brava a concretizzare la prestazione da 23 punti di Devin Booker e quella da 20 punti di Chris Paul. Notevole anche l’apporto dalla panchina di Cameron Johnson, che mette a segno 14 punti con un plus-minus di +22. A Detroit, che si conferma la peggior squadra dell’intera Nba con 5 vittorie e 17 sconfitte, non bastano 21 punti di Jerami Grant. Blake Griffin ne segna appena 9 (con un eloquente 0/5 dalla distanza) e alla sirena finale gli uomini di Dwayne Casey devono fare i conti con l’ennesimo ko di una stagione disgraziata: la luce in fondo al tunnel è ancora decisamente lontana.