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Napoli, Gattuso: "Terzo gol ci ha tagliato le gambe. Juve ultima spiaggia? Chiedete al club"

Il tecnico azzurro dopo la sconfitta con l'Atalanta: "Col presidente non

Coppa Italia, Pessina porta la Dea in finale

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Dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia, Gattuso mastica amaro. "Potevamo fare molto meglio sui tre gol - ha spiegato -. Nel primo tempo abbiamo fatto fatica e l'Atalanta ha fatto nettamente meglio. Nella ripresa siamo riusciti a metterli in difficoltà, ma il terzo gol ci ha tagliato le gambe".  "Dopo 15' andar sotto di due gol non era facile - ha aggiunto -. Abbiamo reagito bene, ma non è bastato. Sappiamo che stiamo vivendo un momento complicato e dobbiamo ritrovare l'entusiasmo". 

"Dobbiamo ripartire e recuperare uomini - ha continuato Gattuso -. Oggi in difesa i due centrali non avevano mai giocato insieme. Dobbiamo limare qualcosa". "Stasera abbiamo preso tre gol evitabili, due li abbiamo presi alla stessa maniera - ha proseguito -. Ma non riusciamo a preparare nulla con pochi giorni a disposizione tra una gara e l'altra". "Ho cambiato modulo nella ripresa lasciando Insigne libero di agire a tuttocampo - ha spiegato ancora Gattuso analizzando la gara -. Nel primo tempo non riuscivamo a trovarlo". "Politano sta bene in questo momento - ha aggiunto -. Riesce a saltare l'uomo e a fare superiorità numerica".

Poi qualche battuta sulla prova di Osimhen: "E' stato 94 giorni fermo e non era facile giocare dall'inizio. Ha fatto cose buone a tratti, ma gli manca ancora la sua dote principale, cioè lo scatto". "Gli manca ancora la condizione e il minutaggio - ha aggiunto -. Può fare molto, ma molto meglio". Quanto alla prossima sfida con la Juve, Gattuso spera soprattutto di recuperare alcuni giocatori: "Sabato sarà dura con la Juve, ma tutte le gare sono difficili. Gli stimoli non mancano, ma il problema ora è recuperare qualche infortunato". Chiusura sul presidente De Laurentiis: "Non gli ho parlato, non ci siamo visti allo stadio". E in conferenza stampa: "Juve ultima spiaggia?
"Non lo so, dovete chiederlo alla società. Il capitano della barca sono io, quando le cose vanno male vanno a discapito del capitano. Io non posso pensare a questo a penultima o ultima spiaggia, devo lavorare e devo riuscire a dare fiducia. Io faccio l'allenatore, ci può stare. Non sarò né il primo né l'ultimo, ma ho il dovere di provarci fino alla fine".

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