Quando le disposizioni dell’ASL di Napoli non permisero al Napoli di partire alla volta di Torino il 3 ottobre scorso, il più adirato di tutti sull’autobus degli azzurri era Rino Gattuso. In seguito il tecnico calabrese avrebbe ribadito a più riprese la sua stizza per l’impossibilità di giocare contro la Juventus in seguito alle positività di Zielinski ed Elmas, che creavano scompiglio in seguito al match col Genoa, nel cui spogliatoio si era acceso un focolaio di una ventina di contagiati.
Ringhio sapeva che in quel momento i suoi uomini avevano un altro passo rispetto a quelli del suo amico Andrea Pirlo, e che fosse il momento propizio per tramortire la Vecchia Signora. Il weekend precedente gli azzurri avevano demolito il Genoa per 6-0 e i bianconeri avevano rabberciato un pareggio in extremis in casa della Roma, dove erano apparsi molli e senza idee. Da neanche due mesi Pirlo aveva preso in mano la squadra e i suoi dogmi tattici non arrivavano al cuore dei suoi giocatori, mentre Gattuso sembrava ormai in totale padronanza del suo gruppo e aveva vinto e convinto nelle prime due partite di campionato.