Kevin Durant torna dopo l’assenza forzata per il protocollo anti-Covid e anche grazie ai suoi 20 punti i Nets battono 134-117 Golden State nel match clou della notte Nba. Nella copertina di giornata c’è poi ampio spazio per i Jazz: Miami sconfitta 112-94, settimo successo consecutivo per Utah. Atlanta perde 125-113 contro i Pacers nonostante 20 punti di Gallinari. Phoenix batte Philadelphia 120-111, New York schianta i Rockets 121-99.
GOLDEN STATE WARRIORS-BROOKLYN NETS 117-134
Non è certo un mistero: c’è una differenza abissale fra i Nets con Kevin Durant sul parquet e quelli senza il due volte Mvp delle Finals. Tornato finalmente dopo il pasticcio della gara contro Toronto e l’assenza forzata nelle tre partite successive per il protocollo anti-Covid, KD non si fa prendere dai ricordi nella prima partita da avversario in casa della sua ex squadra, i Golden State Warriors e firma 20 punti importantissimi nell’economia di un match vinto di 17 lunghezze. Con Durant in campo torna sereno anche Kyrie Irving, che sbaglia meno rispetto alle serate precedenti e chiude a 23 punti, mentre James Harden prende sempre più sul serio il ruolo di playmaker disegnato per lui da coach Steve Nash e si limita a 11 conclusioni dal campo, segnando 19 punti e distribuendo 16 assist. Dall’altra parte Golden State resiste per due quarti e mezzo, anche grazie a 27 punti di Stephen Curry, ma un parziale di 23-9 nel terzo periodo per Brooklyn decide, di fatto, il match: si interrompe così la serie di due vittorie degli Warriors, mentre i Nets riprendono slancio con la seconda vittoria di fila e consolidano il terzo posto nella Eastern Conference.
UTAH JAZZ-MIAMI HEAT 112-94
Detentori indiscussi dell’attuale miglior record dell’intera Lega, i Jazz conquistano il settimo successo consecutivo, il numero 18 nelle ultime 19, schiantando a casa propria una Miami capace di restare davvero in partita soltanto fino all’intervallo. I numeri individuali non sono clamorosi, complice anche il garbage time nel finale che consente ai titolari di rifiatare, ma è comunque Donovan Mitchell il miglior marcatore, anche se deve tentare 21 conclusioni per segnare 26 punti. Oltre a ‘Spida’, bene Bojan Bogdanovic, autore di 19 punti, e Rudy Gobert, che chiude con l’ormai consueta doppia-doppia, stavolta da 16 punti e 12 rimbalzi. Dall’altra parte non bastano i 23 punti di Kendrick Nunn: Jimmy Butler si ferma a 15 punti e Bam Adebayo non va oltre quota 14 (pur raccogliendo 10 rimbalzi), la serie positiva degli Heat si ferma dopo quattro successi di fila.
ATLANTA HAWKS-INDIANA PACERS 113-125
Capire cosa sia successo agli Hawks nelle ultime settimane è esercizio piuttosto complesso. Partiti con discrete ambizioni, gli uomini allenati da Lloyd Pierce sono costretti a fare i conti con la terza sconfitta consecutiva, la sesta in sette partite, con un record di 11 vinte e 15 perse piuttosto deludente rispetto alle aspettative di inizio stagione. Eppure Atlanta, nonostante Trae Young non tenti nemmeno una tripla e si limiti a 15 punti (aggiungendo però 14 assist), resta ampiamente in partita per i primi tre quarti, grazie a 24 punti e 10 rimbalzi di Clint Capela e a 20 punti di un ottimo Danilo Gallinari, che fa 4/8 da tre in poco più di 26 minuti di impiego. Nell’ultimo periodo è però buio assoluto e Indiana vola verso la vittoria con un parziale di 41-26: tutto il quintetto base va in doppia cifra, guidato dai 26 punti di un sorprendente Doug McDermott e dalle doppie-doppie di Myles Turner (19 punti e 10 rimbalzi) e Domantas Sabonis (14+13), mentre dalla panchina è decisivo l’impatto di Aaron Holiday, che realizza 18 punti con un plus-minus di +15. Indiana conquista così il secondo successo di fila, riportandosi sopra ‘quota 500’.
PHOENIX SUNS-PHILADELPHIA 76ERS 120-111
Si sta rivelando indigesta la serie di partite in trasferta contro squadre della Western Conference per i leader della Eastern, i 76ers di coach Doc Rivers. Dopo la sconfitta contro i Blazers arriva il secondo ko nel giro di tre giorni, questa volta in casa dei Suns: una squadra, quella di Monty Williams, che invece sta sfruttando al meglio la serie di partite interne, con il quinto successo in altrettanti match. Dopo un primo tempo equilibrato, chiuso sul 53-53, i padroni di casa prendono il largo grazie alla grande prestazione di Devin Booker, che segna complessivamente 36 punti tirando 14/23 dal campo. Ma il giovane talento della squadra dell’Arizona non è l’unico ad essere decisivo, visto che accanto a lui c’è un Chris Paul da 18 punti e 10 assist, e dalla panchina l’ex Dario Saric ne segna 15 di gran peso. Non bastano, così, la prova da 35 punti di Joel Embiid, né i 18 di Tobias Harris: Phoenix conquista la vittoria e si conferma quarta forza ad Ovest, Phila invece resta davanti ad Est ma vede consumarsi sempre più il vantaggio rispetto alle avversarie dirette.
NEW YORK KNICKS-HOUSTON ROCKETS 121-99
Continua a pesare come un macigno, ai Rockets, l’assenza di Christian Wood. Senza il 25enne da Unlv, fermo per problemi alla caviglia, arriva infatti la quinta sconfitta consecutiva, sesta nelle ultime sette, per una squadra che non riesce proprio a ritrovare lo smalto della seconda metà di gennaio. Non bastano 26 punti di John Wall e 24 di Eric Gordon per spaventare i Knicks: la squadra di Tom Thibodeau parte forte, va all’intervallo sul +16 e non deve più voltarsi fino alla sirena conclusiva. Due i top scorer di squadra, il titolare Julius Randle e il rookie Immanuel Quickley, partito dalla panchina: 22 punti per entrambi. Ottimo anche l’impatto di Derrick Rose, che ne firma 16 in poco più di 22 minuti di gioco. Per New York è il secondo successo consecutivo, che consente di tornare al settimo posto ad Est: il record (13-15) è sempre negativo, ma i playoff restano un obiettivo credibile, visto il livello medio non entusiasmante della conference.