Esempi di lealtà e correttezza in campo, perfide manipolatrici e arroganti fuori. È la storia che scuote la Corea del Sud e riguarda le gemelle Lee Da-yeong e Lee Jae-yeong, star della Nazionale guidata da Stefano Lavarini - anche allenatore dell'Igor Gorgonzola Novara - che a inizio 2020 facevano esultare un Paese intero per la storica qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo. A un anno di distanza, il mondo per loro si è capovolto a causa di gravi accuse di bullismo che hanno convinto la KVA (l'associazione sudcoreana di pallavolo) ad escluderle a tempo indeterminato non solo dal campionato, ma anche dalla Nazionale.
Un grattacapo in più per Lavarini, che ora rischia di dover rinunciare a palleggiatrice e schiacciatrice titolari per l'appuntamento che ogni sportivo sogna fin dalla nascita. Ma la portata dello scandalo in Corea del Sud è enorme, e non sono bastate le scuse social ("Ho ferito molte persone a causa del mio comportamento immaturo", ha dichiarato Jae-yeong) per rasserenare il clima. Tutto è cominciato dalla denuncia di una ex-compagna di squadra del liceo, la quale ha rivelato di aver subito minacce verbali e violenze fisiche e di aver dovuto assistere ad altri casi di bullismo nei confronti di numerose vittime, in alcune situazioni addirittura con la presenza di coltelli. Le gemelle Lee, in più di un'occasione, costringevano le atlete più piccole a farsi lavare le divise da gioco.
Il caso ha investito non sono il volley femminile, ma anche quello maschile. L'effetto eco ha infatti convinto altre vittime a segnalare nuovi casi di bullismo, e nell'occhio del ciclone sono finiti anche i pallavolisti Song Myung-geun e Sim Kyoung-sub. Quello della violenza scolastica è diventato un tema molto delicato in Corea del Sud, soprattutto a seguito dei risultati di un'inchiesta dalla quale è emerso che più del 14% di 60mila studenti che praticano sport hanno dovuto fare i conti con violenze fisiche e sessuali, in alcuni casi praticate anche dai propri istruttori.