E' un Sinisa Mihajlovic a 360° quello che si è confessato a Tiki Taka, lo show del lunedì sera condotto da Piero Chiambretti. Si è partiti dal derby e non poteva essere altrimenti e dalla sua Inter: "Ho visto la partita e l’ha vinta l’Inter perché è più forte. C’è poco da dire. Ibrahimovic non ha segnato ma ha fatto quello che doveva fare”. Sulla favorita per lo scudetto l'allenatore del Bologna spiega: “Il discorso non è chiuso ma la squadra più accreditata per vincerlo è sicuramente l’Inter”.
Si diceva, tanti gli argomenti trattati. Ma uno in particolare suscita e stuzzica: Ibrahimovic. Per esempio le differenze tra il suo Milan e questo di Pioli: “Zlatan Ibrahimovic”, appunto. Lo svedese sarebbe stato un acquisto: “Se avessimo preso Ibra in questo momento saremmo in zona Europa League”.
C'è poi il tema Sanremo: “Ma se Ibra fa quello che deve fare in campo e si allena come deve fare un professionista (come sono certo farà) poi nella vita privata è libero di fare quello che vuole. Sacchi dice che non dovrebbe andare, io non potrei mai andare contro di lui perché lo stimo molto ma i tempi sono cambiati rispetto a quando allenava lui. Oggi i giovani forse hanno meno passione ma sono più professionali”.
Momento curiosità. Il soprannome ‘Sergente di ferro’: “Non è vero che lo sono. Mi piacciono le regole perché ho giocato una Nazionale in cui non c’era disciplina e non abbiamo vinto niente, nonostante singolarmente fossimo molto forti. Quindi io pretendo disciplina sia nel calcio che in famiglia. Sembro duro perché la mia cultura dell’est è così ma non sono un sergente di ferro”.
Spazio poi anche al mercato e alle voci sulla Lazio: "Lotito Mi ha chiamato tanti anni fa, prima che andassi alla Fiorentina. Non è andata a buon fine perché non ci siamo trovati”.
Sul suo futuro in rossoblù precisa: "A Bologna sto bene, è chiaro che sono una persona ambiziosa e mi piacerebbe fare qualcosa di più importante, che comunque si può fare anche qui. Bisogna vedere se si ha la voglia di investire”.
Roberto Mancini è un amico e suo "inventore": “Se faccio questo mestiere lo devo a Mancini. Siamo stati compagni di squadra alla Samp e alla Lazio e poi ho fatto il suo vice all’Inter. E all’epoca era più difficile fare il secondo allenatore in quell’Inter che il primo allenatore in una squadra di metà classifica. Ho imparato tantissime cose da lui”.
Uno sguardo anche all'estate e all’Europeo: “Non ho la palla di vetro ma me lo auguro. Visto che non ci sarà la Serbia farò il tifo per l’Italia e anche un po’ per la Croazia”.
E sempre in argomento panchina non si nasconde: “Faccio il mio lavoro con passione e cerco di dare sempre il massimo. Mi piace quello che faccio, spesso mi arrabbio, spesso i ragazzi mi danno soddisfazione ma sono una persona normale”.
La malattia che fortunatamente ha superato, è stata un duro colpo: “Mi ha cambiato la vita perché quando stai in ospedale per tanto tempo pensi a delle cose che ritenevi scontate e che invece non lo sono più, come una semplice boccata d’aria fresca. Poi quando superi la malattia ti godi molto di più tutte le piccole cose e ogni momento della vita. Non do più nulla per scontato”.
Argomento caldo è sempre la Champions. Un consiglio per Simone Inzaghi in vista della sfida col Bayern Monaco: “Io vorrei saper come si batte la Lazio, non il Bayern. A quello ci dovrà pensare Inzaghi”.
Infine, la Stella Rossa, prossimo avversario del Milan in Europa League: “È la mia squadra del cuore e la tiferò. Poi sulla panchina c’è Stankovic che è un mio fratellino ma la qualificazione la vedo complicata”.