NBA

Nba: Doncic frena la corsa dei Nets, i Cavs sgambettano Phila. Riscatto Utah

Lo sloveno firma 27 punti nel 115-98 di Dallas ai danni di Brooklyn, i 76ers cadono all’overtime. Dopo il ko di Miami, i Jazz si rifanno a Orlando

© afp

Si ferma a otto la serie di vittorie consecutive dei Brooklyn Nets, che nella notte Nba perdono 98-115 contro Dallas, trascinata da 27 punti di Luka Doncic. Cade anche Philadelphia, sconfitta 109-112 da Cleveland all’overtime, mentre Utah trova il pronto riscatto dopo il ko di Miami, battendo Orlando 124-109. San Antonio supera New Orleans 117-114 (6 minuti e zero punti per Melli), vincono anche Denver, New York e Washington.

BROOKLYN NETS-DALLAS MAVERICKS 98-115

Termina, e anche abbastanza mestamente, la serie positiva dei Nets, che mancano la nona vittoria consecutiva con una brutta prestazione contro Dallas, brava ad approfittare al meglio non solo di un Luka Doncic da 27 punti, 7 assist e 6 rimbalzi, ma anche del ritorno sul parquet di Kristaps Porzingis, fermo da quasi due settimane per problemi alla schiena: il lettone segna 18 punti con 7/13 dal campo, allontanando per ora le voci di una possibile trade. Dall’altra parte, con Kyrie Irving fermato da un dolore alla spalla e Kevin Durant sempre ai box per l’infortunio al flessore (salterà l’All Star Game, il suo posto in rosa sarà preso da Domantas Sabonis dei Pacers, mentre Jayson Tatum dei Celtics ‘scala’ fra i titolari), non bastano i 29 punti di James Harden: Brooklyn resta in partita per due quarti, ma una stoppata di Tim Hardaway jr (13 punti per lui) sul ‘Barba’ nel terzo periodo segna la resa dei Nets, che dopo l’intervallo segnano appena 36 punti contro i 47 dei loro avversari. Sconfitta pesante per la classifica: la squadra di Steve Nash, infatti, manca il sorpasso ai danni di Philadelphia in testa alla Eastern Conference.

PHILADELPHIA 76ERS-CLEVELAND CAVALIERS 109-112 ot

Possono infatti tirare un gran sospiro di sollievo i Sixers, sorpresi da una Cleveland capace di conquistare il suo terzo successo consecutivo in una partita tirata, cui serve un tempo supplementare per trovare definitivamente un padrone. A Philadelphia non bastano un Joel Embiid dominante, autore di 42 punti, 13 rimbalzi e 6 assist, né un Ben Simmons da 24 punti, 8 assist e 7 rimbalzi (ma anche altrettante palle perse). Cleveland resiste nel finale di quarto periodo, con l’errore di Embiid sulla sirena che vale l’overtime, e vola nei cinque minuti extra sulle ali di Collin Sexton, che chiude una prestazione da 28 punti, e Darius Garland, che firma il suo career-high segnandone 25. Cleveland torna così a maturare timide ambizioni di playoff: la Eastern Conference, storicamente debole, vede i Cavs penultimi, ma anche indietro di tre sole partite rispetto all’ottavo posto.

ORLANDO MAGIC-UTAH JAZZ 109-124

La sconfitta di Miami è solo un incidente di percorso per i Jazz: la squadra di Quin Snyder, nella seconda partita in Florida, batte senza particolari difficoltà i Magic, che invece allungano a tre la serie di incontri persi di fila. Il primo tempo è illuminato dalla sfida fra Donovan Mitchell e Nikola Vucevic e le cifre finali di ‘Spida’ e del montenegrino sono relativamente simili a livello di punti (31 per il giocatore dei Jazz, 34 per quello di Orlando), ma nel secondo tempo Utah segna ben 70 punti subendone 59, con Jordan Clarkson che chiude a 18 e Joe Ingles che ne aggiunge complessivamente 17, e vola verso il successo. Un risultato che conferma non solo l’allungo in testa ad Ovest (i Clippers secondi sono a tre partite e mezzo) ma anche la leadership nell’intera Lega, con 27 vittorie e sole 7 sconfitte: i Jazz sono l’unica squadra fra le trenta iscritte alla Nba ad aver subito meno di 11 sconfitte in questa stagione.

SAN ANTONIO SPURS-NEW ORLEANS PELICANS 117-114

Gli Spurs riabbracciano con grande affetto DeMar DeRozan, assente nell’ultima partita per il grave lutto che lo ha colpito, la perdita del papà. Proprio l’ex Toronto è fra i protagonisti sul parquet di un bel successo contro i Pelicans, grazie a una prova da 32 punti con 11/18 al tiro. A tabellino, per San Antonio, ci sono altri cinque uomini in doppia cifra, con LaMarcus Aldridge che firma 21 punti nell’inedito ruolo di sesto uomo. New Orleans non gioca male: Brandon Ingram ne segna 29, Zion Williamson firma una doppia-doppia da 23 punti e 14 rimbalzi, ma Lonzo Ball (16 punti, 3/12 dalla distanza) sbaglia la tripla del possibile overtime nel finale e per gli uomini di Stan Van Gundy arriva il secondo ko consecutivo. Pochi minuti sul parquet per Nicolò Melli: impatto relativo per l’azzurro, che in 6’13” ha il tempo solo di raccogliere un rimbalzo e commettere un fallo.

OKLAHOMA CITY THUNDER-DENVER NUGGETS 96-126

Una vera e propria passeggiata di salute per i Nuggets, che continuano il saliscendi in stagione rialzandosi dopo la sconfitta contro Washington grazie a una netta vittoria in casa dei Thunder, nella prima di cinque trasferte consecutive: già avanti di 18 alla fine del primo periodo, Denver controlla agevolmente nei restanti 36 minuti effettivi e coach Michael Malone può gestire il minutaggio dei suoi in vista dei prossimi impegni. Il migliore così è Jamal Murray, che in 30 minuti segna 26 punti, mentre nello stesso arco di tempo Nikola Jokic firma una tripla-doppia da 19 punti, 13 assist e 11 rimbalzi. Bene anche Michael Porter jr, con una doppia-doppia ‘classica’ da 20 punti e 10 rimbalzi. Sui Thunder c’è davvero poco da dire: Darius Bazley è il top scorer di squadra con 22 punti, ma il 37/88 complessivo dal campo, e soprattutto l’11/47 dalla distanza sono il segnale di una squadra con poche soluzioni offensive, consapevole di dover guardare più al prossimo Draft che alla lotta per i playoff.

NEW YORK KNICKS-INDIANA PACERS 110-107

Domantas Sabonis non riesce a festeggiare con una vittoria la seconda convocazione in carriera all’All Star Game: nonostante la prestazione da 15 punti, 9 assist e 7 rimbalzi del lituano, sono infatti i Knicks a conquistare il successo, il sesto nelle ultime otto uscite, che porta la squadra della Grande Mela a ‘quota 500’ (17 vinte e altrettante perse). Merito soprattutto dell’altro All Star di serata, Julius Randle, che mette a referto 28 punti, 10 rimbalzi, 6 assist e 4 palle rubate, anche se non va sottovalutato l’impatto di R.J. Barrett, autore di 24 punti, e di Derrick Rose, che firma 17 punti, distribuisce 11 assist e registra una delle sue 4 rubate negli ultimi secondi, quando i Pacers stavano cercando di impostare l’azione per arrivare al pareggio. Grazie al successo, New York riaggancia Toronto al quarto posto ad Est, mentre i Pacers restano impantanati nella pancia della classifica, con 15 vittorie e 17 sconfitte.

WASHINGTON WIZARDS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 128-112

Non c’è pace, sportivamente parlando, per i T-Wolves: nella capitale arriva la settima sconfitta consecutiva, la tredicesima nelle ultime quindici, e nemmeno la cura Finch sembra funzionare. D’altra parte, con i ritmi imposti dal calendario compresso, è impossibile trovare il tempo di analizzare i fattori di una stagione sciagurata. Ad approfittarne, nella notte, sono dunque gli Wizards, che dopo aver giocato al gatto con il topo nei primi due quarti volano in un terzo periodo da 44 punti, e non si guardano più alle spalle fino alla sirena conclusiva. Protagonisti, come sempre, Bradley Beal, autore di 34 punti, e Russell Westbrook, che registra l’ennesima tripla-doppia della sua carriera con 19 punti, 14 rimbalzi e 11 assist. Bene dalla panchina anche Davis Bertans, che segna 19 punti a sua volta. Dall’altra parte Karl-Anthony Towns firma 23 punti e Anthony Edwards ne aggiunge 21, ma oltre a loro c’è davvero troppo poco.

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