Dentro gli ascensori il Camp Nou di Barcellona sparisce e sparisce pure il rumore della folla, novantamila persone urlano da ore; in uno si trova, soddisfatto, Franz Beckenbauer, dirigente del Bayern Monaco, nell’altro il presidente dell’Uefa Lennart Johansson, pronto a premiare i tedeschi per l’edizione della Champions League 1999; la partita è finita o quasi, l’arbitro Collina ha dato solo tre minuti di recupero, troppo pochi per sperare in un pareggio del Manchester United che perde 1 -0 contro i fortissimi campioni di Germania che più volte hanno sfiorato il raddoppio prendendo palo e traversa. Quando Beckenbauer arriva sul campo nota un errore del cartellone, segna 2-1 a favore degli inglesi; dall’altro ascensore esce Johannson e anche lui si accorge che qualcosa non va. Beckenbauer chiede a un addetto come mai il tabellone segni il risultato sbagliato, l’uomo, girandosi, gli dice che è quello giusto. Johansson, intanto, perplesso, avanza verso il campo per cercare di capire cosa stia succedendo perché assiste a una scena stranissima.
“Spuntai sul campo e rimasi confuso. Pensai: Non è possibile, chi ha vinto sta piangendo e chi ha perso sta ballando”.