La zona Champions è distante due punti ma qualunque tifoso della Roma non può non pensare a dove sarebbe la sua squadra se non avesse messo assieme solo 3 punti, sui 24 disponibili, nelle partite contro le 6 squadre che, con i giallorossi, occupano le prime sette posizioni della classifica. Con i tre di Firenze sono addirittura 43, invece, i punti ottenuti contro le medio-piccole, sui 50 disponibili. In pratica, quelli persi arrivano da una sconfitta a tavolino (a Verona) e da due 0-0 (contro Sassuolo e Benevento).
Inutile però pensarci troppo. Molto più logico concentrarsi sull'obiettivo rimasto (oltre al passaggio del turno in Europa League): un posto nelle prime quattro. La Roma di Firenze ha seguito l'impianto tattico degli ultimi tempi, con la difesa a tre, un giocatore di rottura davanti (questa volta è toccato a Diawara, l'uomo partita), due esterni larghi e alti sul campo e tre mezzepunte alle spalle dell'attaccante centrale. La mancanza di Dzeko, capace di far salire la squadra e di permettere uno sfogo centrale alla manovra, si è fatto sentire.
La scarsa serata di Mkhitaryan e l'uscita prematura di Veretout hanno condizionato il gioco sulla trequarti ma Fonseca ha la possibilità di sfruttare una più che buona panchina e, soprattutto, la duttilità di giocatori come Pellegrini, che può essere impiegato in vari ruoli in mezzo al campo. Le sostituzioni, a Firenze, hanno visto l'ingresso di Karsdorp, Smalling, Pedro ed El Shaarawy, a dimostrazione dell'ottima rosa a disposizione dell'allenatore portoghese che dovrà sfruttare al meglio il turnover in una fase delicatissima della stagione.